Una realtà sbocciata con notevole ritardo rispetto alla media ma, così come accade per quei bellissimi fiori che sebbene nascano tardi, poi incantano per il profumo ed i colori, così anche i suoi libri hanno in qualche modo inciso nell’ambito della letteratura nazionale.
Prima di affidare i suoi pensieri ad un foglio di carta bianca, per oltre 30 anni è stato uno delle centinaia di operai di un grosso complesso industriale di Borgo Piave, ad un passo da Latina, dove la sua famiglia – venuta dal Veneto in seguito alla ‘bonifica mussoliniana’ dell’Agro Pontino – l’ha cresciuto. Poi, nel 1994, l’esordio da scrittore a 44 anni, con ‘Mammut’ (per Donzelli). Scrive bene Antonio Pennacchi, asciutto e fluido, colpisce per la straordinaria lucidità con la quale affronta senza problemi temi anche ‘imbarazzanti’, per poi semplificarli, così che il lettore ne condivida pensieri e visioni.
Infatti pochi anni dopo, nel 2003, il suo romanzo ‘Il fasciocomunista’ (edito Mondadori), vince il Premio Napoli, conquistando l’ammirazione della critica e l’affetto del pubblico. Il libro, grazie al regista Daniele Lucchetti, diverrà il bellissimo ‘Mio fratello è figlio unico’ (con Elio Germano e Riccardo Scamarcio in stato di grazia), ma Pennacchi, notoriamente ‘mai domo’, nonostante il grande successo della pellicola avrà da ridire anche sulla trasposizione cinematografica.
A testimonianza della qualità dello scrittore, segnaliamo l’ottimo ‘Canale Mussolini’ con il quale, nel 2010, sotto l’egida Mondadori, prima vince il prestigioso ‘Premio Strega’, e poi si piazza tra i finalista al Premio Campiello.
‘Innamorato’ del territorio dell’ex ‘Littoria’, da dove non si è mai spostato, Antonio Pennacchi conduceva un’esistenza lontano dai riflettori, non amava la notorietà, ed ogni sua intervista – rara – finiva puntualmente per trasformarsi in uno show, grazie alla sua innata simpatia, incorniciata da un carattere abbastanza ‘focoso’.
Ieri pomeriggio, inaspettata, un po’ come la ‘seconda vita’ da lui vissuta, è improvvisamente giunta la morte: un improvviso malore lo ha fermato a 71 anni.
Una morte che colpito ed addolorato tutta la città di Latina, dove Pennacchi era particolarmente amato.
Immediatamente, Damiano Coletta, il sindaco, ha proclamato il lutto cittadino in concomitanza con i funerali del scrittore, che avranno luogo domani alle ore 10.30, nella Cattedrale di San Marco, dove Pennacchi aveva vissuto sia la sua infanzia che l’adolescenza.
Fino a stasera alle 21.30 resterà invece aperta la camera ardente, allestita all’interno del Museo Civico ‘Duilio Cambellotti’, in piazza San Marco.
Max