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Anticipo Cig, ad oggi solo 6 lavoratori su 100 sono riusciti ad ottenerlo dalle banche: un iter da incubo

Era prevedibile, ne avevano parlato in tanti – Calenda in primis – e così è stato: ad oggi solamente 6 lavoratori su 100 sono riusciti a ‘vedere’ l’anticipo della cassa integrazione dalle banche, così come stabilito nell’ambito dal Dpcm.

Il sondaggio dei Consulenti ‘inchioda’ le banche

A tal proposito confermiamo, avendone abbondantemente scritto, che già ad aprile i consulenti del lavoro avevano sostenuto l’improbabile celerità della cosa, anticipando quindi il prevedibile ritardo… con sufficiente anticipo.

Per dimostrarlo, i consulenti hanno stilato uno specifico sondaggio (‘Il ruolo delle banche nelle misure a sostegno di imprese e lavoratori’) che, consultato tra l’11 ed il 13 maggio, ha dato modo loro di monitorare la situazione rispetto alla reale tempistica legata al Dl Liquidità, attraverso il riscontro delle – previste – difficoltà ‘burocratiche’ legate all’erogazione dei fondi aiuto al reddito, così come per l’accesso ai prestiti garantiti.

Troppe le difficoltà incontrare nelle domande

Pur concordando sulla bontà dell’iniziativa e le potenzialità dello strumento, i consulenti hanno dovuto però constatare l’impasse degli istituti di credito rispetto alla mole di richieste e, a rallentare ulteriormente il disbrigo delle pratiche, soprattutto la complessità della modulistica.

Dunque, rispetto all’anticipo della Cig, fra gli iscritti all’Ordine dei consulenti, il 51,9% circa la metà ha lamentato l’eccessiva tempistica delle banche per evadere la pratica. Quindi, come dicevamo, l’eccessiva quantità della modulistica (50,6%); ed il ‘poco entusiasmo’ con il quale le banche si sono impegnate a vantaggio e lavoratori (48,9%).

Ovviamente non tutti i lavoratori puntano il dito contro gli istituti, il 39,7% riconosce infatti che gli impiegati si sono dovuti improvvisamente misurare con procedure nuove, all’interno di una ‘ragnatela’ di documenti e ‘percorsi’ cero non facili.

Fra le altre motivazioni che hanno concorso ad esacerbare i lavoratori, anche il complicato linguaggio burocratico da ‘decifrare’ (26,7%), la spesso poca disponibilità da parte dei datori di lavoro nel firmare l’atto di benestare, con la conseguente assunzione dell’obbligo solidale (17,9%): quindi, l’improbabilità del merito creditizio (13%) e, infine, a 40 giorni dalla sottoscrizione, ad oggi, l’inevasa attuazione degli accordi sul territorio (9,7%).

Max