(Adnkronos) – “Negli ultimi 10 anni, dal punto di vista epidemiologico, sono aumentate le patologie autoimmuni del tratto gastrointestinale, condizioni spesso subdole perché asintomatiche e” che “per tale motivo necessitano di un’accurata diagnosi”. Così Bruno Annibale, presidente della Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige), in occasione del 28esimo Congresso della Fismad in corso a Roma.
“Abbiamo quattro grandi gruppi di patologie autoimmuni del tratto digestivo che riguardano stomaco, pancreas, fegato e intestino tenue – spiega Annibale, professore ordinario di Gastroenterologia all’Università Sapienza di Roma – In genere sono tutte patologie asintomatiche. Dal punto di vista dello stomaco, si possono manifestare con segni e sintomi generali come l’anemia e la difficoltà digestiva (dispepsia). Le malattie autoimmuni del fegato, che interessano soprattutto le giovani donne perché più predisposte, si presentano con un lieve aumento delle transaminasi. Le patologie autoimmuni del pancreas sono ancora più subdole, con sintomi assolutamente minimi come la difficoltà digestiva. Per questo motivo hanno bisogno di un lungo iter diagnostico. Da qui la necessità di fare molta informazione, innanzitutto tra la classe medica, ma anche nel pubblico, per aumentare l’interesse e la consapevolezza di queste patologie”.
Secondo Annibale, il trattamento di queste patologie “è l’aspetto più delicato” perché, “mentre per alcune malattie autoimmuni, come quelle del fegato e del pancreas, abbiamo l’opportunità di usufruire di farmaci immunosoppressori, a partire dai cortisonici, per le altre malattie non c’è una terapia specifica. C’è invece un problema di sorveglianza, di rischi, perché l’infiammazione cronica del tratto digestivo è un rischio neoplastico generale, oppure di carenze indotte da eventuali danni funzionali. Sulle terapie dobbiamo ancora fare passi avanti”, rimarca il presidente Sige.