SPETTACOLI

Anna Cappelli sul palco del Teatro Brancaccino

Anna Cappelli è un’impiegata al comune di Latina, costretta a dividere l’angusta cucina di un appartamento di provincia con la Signora Rosa Taverini e i suoi “puzzolentissimi gatti”. La convivenza non è per niente facile: l’una lamenta la puzza di pesce bollito, l’altra l’odore di pancetta fritta. Tra una pratica e l’altra, Anna conosce Tonino Scarpa, un ragioniere scapolo, contrario al matrimonio, che vive in una casa di proprietà con dodici stanze e una cameriera tuttofare. Dopo sei mesi di frequentazione, fra il pettegolezzo dei colleghi e un certo pregiudizio sociale di matrice cattolica, Tonino le avanza una proposta di convivenza. La decisione di andare a vivere insieme senza sposarsi, non è semplice, né immediata per Anna, la quale temporeggia fino ad un accomodante e biascicante “sì”. Nella nuova e grande abitazione si sente ancora una volta oppressa e, dopo sette mesi di convivenza, confessa a Tonino il suo “piccolo problemino”, preannunciatole dalla Signora Tavernini: la cameriera Maria, ai suoi occhi, si comporta come se tutto le appartenesse facendola sentire un’estranea. Tonino asseconda la richiesta di Anna, ma un anno e mezzo più tardi decide di dare anche a lei il benservito, proprio “come si dà ad una cameriera”, nella prospettiva di vendere la casa e trasferirsi in Sicilia per una nuova offerta di lavoro. L’atto unico, però, si conclude in un macabro e claustrofobico delitto celebrato con “un vero e proprio atto d’amore”.
Annibale Ruccello scrive quest’ultima opera poco prima della sua tragica morte avvenuta nel 1986, a soli trent’anni, in cui racchiude la ricerca e l’innovazione del teatro di sperimentazione perseguito a partire dagli anni ’70. La sua drammaturgia riceve il riconoscimento da parte dell’Istituto del Dramma Italiano (premio IDI) nel 1983 con “Week-end” e anche nel 1985 con il celebre “Ferdinando”. Forse “Anna Cappelli” sarebbe divenuto uno degli allestimenti altrettanto premiati per la sua regia e per la sua interpretazione.

NOTE DI REGIA

L’amore che Anna dedica al suo uomo rientra nel concetto di fusione, di possesso. Il sentimento che lei prova per Tonino è qualcosa di forte, profondo, connaturato e atavico. La dinamica relativa alla sua possessività è frutto del suo bagaglio personale, nonché socio-culturale. La parola “amore” viene interpretata nel senso di a-mors, dal latino “senza morte”, quasi a sottolineare l’intensità senza fine di questo potentissimo sentimento: Anna vuole Tonino in maniera per l’eternità.
La messa in scena vuole evidenziare il dolore di una donna che al culmine dello shock, si trasforma in pazzia, quel dolore subdolo e devastante dell’abbandono che rende Anna Cappelli vittima delle sue stesse fragilità. Rendere “proprio” l’altro significa portarlo a rispondere a propri bisogni affettivi derivanti dal passato che non potranno mai essere colmati.
Possesso che invade e amore che distrugge: due sentimenti forti che giocano in scena.
Giancarlo Fares
Da stasera all’8 dicembre, fino a sabato alle ore 20.00; domenica ore 18.45 – Brancaccino, in via Mecenate 2, Roma – www.teatrobrancaccio.it
Biglietto: 18,00 € – Prevendita su Ticketone.it e presso i punti vendita tradizionali – tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it
Max

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Max Tamanti