Mentre, in virtù dell’assenza del presidente Putin al G20 di Bali, gran parte dei media mondiali ha tenuto a sottolineare la mancata occasione per un incontro distensivo fra Russia e Stati Uniti, poco fa dalla Turchia ‘la sorpresa’.
Stando infatti a quanto diffuso poco fa dal quotidiano russo Kommersant, in queste stesse ore ad Ankara, in merito al conflitto in Ucraina, da stamane sono impegnati in un serrato colloquio autorità statunitense e russe. Nello specifico, per quel che riguarda il Cremlino, al tavolo dei colloqui, è stata data per certa la presenza di Sergei Naryshkin, direttore dei servizi di intelligence estera. Una notizia che, contattato, il portavoce del Cremlino, ha preferito non commentare.
Dal canto suo però Mosca ha replicato alle condizioni dettate da Kiev, che prima di trattare attende il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina, definendole “inaccettabili”. Come ha infatti affermato Alexander Grushko, viceministro degli Esteri russo, “Queste condizioni sono inaccettabili. Il nostro presidente ha affermato in numerose occasioni che siamo pronti a negoziare, ma questi negoziati devono tenere conto della situazione sul terreno“.
In realtà, oltre al forte appoggio bellico degli ‘alleati’, a spingere gli ucraini ad ‘imporre prima il ritiro’ ai russi, la convinzione che, “Col passare dei mesi l’appoggio alla guerra nella Federazione Russa sta diminuendo. Nella società comincia a formarsi un’opinione: ‘è ora di farla finita”. Come ha scritto in proposito stamane su Twitter Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, “Politicamente e mentalmente la Russia non è ancora abbastanza matura per veri negoziati e ritiro delle truppe. Ma accadrà. Subito dopo la liberazione di Donetsk o Luhansk“.
Max