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Animali Roma – Patentino per ‘cani impegnativi’, l’Oipa: “L’Asl è d’accordo nell’organizzare i corsi, ma il Comune non risponde”

Gli ultimi fatti di cronaca registrati nel Paese, ancora una volta ribadiscono quanto stia divenendo prioritario regolamentare la gestione ed il possesso di canni appartenenti a razze particolarmente ‘forti’.

Tra le varie proposte, quella delle associazioni animaliste, che sul modello di altri comuni italiani, suggeriscono l’istituzione di un apposito patentino.

E se Milano ha aderito già da diverso tempo, nella Capitale, come vedremo, prevale purtroppo ancora ‘il silenzio’.

Patentino per cani e Comune di Roma, l’Oipa: “Alla richiesta si è aggiunta anche quella del responsabile sanitario del canile Muratella, ma dal Campidoglio nessun segnale”

Infatti, all’istanza inviata dall’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), lo scorso 4 aprile, si è aggiunta che quella del responsabile sanitario del canile Muratella dell’Asl Roma 3, che si dichiara d’accordo sull’introduzione del ‘Patentino cane speciale’.

Ma in tutto ciò, evidenziano gli animalisti, Roma Capitale a oggi non ha ancora dato riscontro all’istanza. 

Alla richiesta dell’Oipa – spiegano gli attivisti dell’Associazione – si è aggiunta nei giorni scorsi quella del responsabile sanitario del canile Muratella, Giuseppe Cariola, ma anche questa è a oggi senza risposta. Cariola si è detto disponibile a collaborare nell’organizzazione e nella gestione del corso per il ‘patentino’, la cui introduzione spetta però al Comune di Roma.

Patentino per cani e Comune di Roma, l’Oipa: “L’introduzione di una particolare autorizzazione per la detenzione di particolari razze o simil-razze di cani eviterebbe anche abbandoni derivanti da un’incapacità di gestione”

In sintesi, come detto, l’Oipa, anche a seguito dei recenti tragici fatti di cronaca, nella sua istanza ha chiesto al Campidoglio “D’introdurre un regolamento che preveda il rilascio di un “Patentino cane speciale”, dopo il superamento di un corso, come già avviene, per esempio, nel Comune di Milano. L’introduzione di una particolare autorizzazione per la detenzione di particolari razze o simil-razze di cani eviterebbe anche abbandoni derivanti da un’incapacità di gestione”.

Nello specifico, prosegue la nota degli aninalisti, “la proposta, ancora senza risposta, è stata inviata all’assessore all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, al consigliere delegato alla tutela degli animali della Città Metropolitana, Rocco Ferraro, alla responsabile della Direzione Benessere animali, Maria Teresa Orlando, e al presidente della Commissione capitolina Ambiente, Giammarco Palmieri”.

Patentino per cani e Comune di Roma, l’Oipa: “Molti sono i cani che vengono abbandonati in strutture pubbliche e private, solo perché i proprietari si sono rivelati incapaci di saperli educare e condurre”

Ad ogni modo l’Oipa ha fatto sapere che resta a disposizione “Per ulteriori chiarimenti e per il supporto a una tale realizzazione suggerendo l’istituzione di un tavolo tecnico propedeutico all’introduzione di uno strumento che garantirebbe tanto il benessere del cane e della sua famiglia, quanto la sicurezza pubblica”.
Del resto, proseguono gli animalisti, “Molti sono i cani che vengono abbandonati in strutture pubbliche e private, nella migliore delle ipotesi, solo perché i proprietari si sono rivelati incapaci di saperli educare e condurre. E quando finiscono nei già strapieni canili municipali, senza considerare il dolore degli animali abbandonati, causano anche un danno erariale.

Patentino per cani e Comune di Roma, l’Oipa: “Il patentino potrebbe prevenire incidenti, anche gravi, e impedirebbe a soggetti non in grado di gestire i cosiddetti ‘cani impegnativi’”

Dunque, alla luce di tutto ciò, tengono a rimarcare concludendo dall’Organizzazione internazionale protezione animali: “Il patentino potrebbe prevenire incidenti, anche gravi, e impedirebbe a soggetti non in grado di gestire i cosiddetti ‘cani impegnativi’,  di rappresentare un pericolo per la pubblica incolumità e di andare incontro a cause legali per danno, o peggio, come si è potuto leggere anche nelle recenti cronache”.

Max

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Max Tamanti