Secondo quanto comunicato dalla Polizia, tutti gli indagati sarebbero coinvolti nelle corse clandestine di cavalli come possessori di cavalli sfruttati nelle gare illegali. Una decina di appartenenti alla famiglia, sempre secondo gli investigatori, sarebbero coinvolti nell’organizzazione della corsa clandestina del giorno di Pasqua 2020, in pieno lockdown. I video della gara illegale postati sul web avevano già creato un rilevante clamore mediatico: da lì era partita infatti la cosiddetta operazione “Ultima corsa”, che ha sgominato la banda.
Nel corso dell’attività investigativa i poliziotti hanno scoperto, inoltre, che la famiglia aveva costruito abusivamente diversi manufatti adibiti al ricovero di animali sui quali pendeva un decreto di sequestro.
“Le corse clandestine, come denunciamo da anni, sono tra le più aggressive e preoccupanti attività criminali zoomafiose. Si tratta di eventi criminali che coinvolgono decine di persone e che attuano un vero e proprio rito collettivo di esaltazione dell’illegalità, che trova ampia risonanza sui Social, quale sublimazione dello strapotere criminale” – commenta Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia LAV.
Secondo gli ultimi dati analizzati nel Rapporto Zoomafia 2022, nel 2021 sono stati registrati 17 interventi delle forze dell’ordine, 12 le corse clandestine denunciate, 130 le persone denunciate, 32 i cavalli sequestrati.
In 24 anni, da quando abbiamo iniziato a raccogliere i dati per il Rapporto Zoomafia, ovvero dal 1998 al 2021 compreso, sono state denunciate 4169 persone, sequestrati 1384 cavalli e bloccate o denunciate 149 corse e gare clandestine. Sono numeri che rivelano la gravità del fenomeno.
“È necessario comprendere che questa attività criminale – continua Troiano – oltre a sottoporre gli animali coinvolti a maltrattamenti e a condizioni di detenzione esasperate, rappresenta un mezzo di riciclaggio di proventi illegali, di controllo sociale e di dominio territoriale. Questa inchiesta rappresenta l’ennesima conferma di quello che affermiamo da anni: occorre adottare una visione strategica e unitaria sui vari aspetti dell’illegalità zoomafiosa che incidono sul più vasto contesto della tutela della sicurezza pubblica e su quello della lotta alla criminalità organizzata. Solo adottando iniziative investigative tipiche del contrasto ai sodalizi criminali si attuerà una strategia vincente”.
Contrastare questo delitto, oltre a salvare animali, si trasforma in antimafia sociale e riconsegna del territorio alla legalità. Per questo le attività investigative della Squadra mobile di Frosinone risultano particolarmente significative.
“In questo contesto – conclude Troiano-, appare ancora più impellente la necessità di rinnovare il nostro apparato giuridico e ci auguriamo che, dopo le prossime elezioni, il nuovo Parlamento e il nuovo Governo approvino in poco tempo l’inasprimento delle pene con la riforma della legge 189 oggetto della nostra petizione #MISALVICHIPUÒ”.
Max