(Adnkronos) – Parte da oggi #HereforYou, l’unità mobile di Medtronic per sensibilizzare medici e cittadini sui nuovi trattamenti per il trattamento dell’aneurisma dell’aorta addominale. Fino al prossimo 1 luglio, infatti, il truck raggiungerà 9 ospedali di 6 città italiane: Roma, Napoli, Bari, Bologna, Padova e Milano. Obiettivo: informare medici e cittadini su questa patologia che in Italia colpisce 84mila persone con circa 25mila nuovi casi diagnosticati e 6mila decessi ogni anno. L’inaugurazione questa mattina a Roma, presso l’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini. L’iniziativa europea, partita lo scorso 19 aprile in Olanda, è arrivata in Italia dopo essere stata in Belgio, Regno Unito, Spagna e Portogallo per proseguire poi in Svizzera, Germania.
Medtronic, azienda leader di HealthCare Technology, metterà a disposizione il suo team di specialisti della patologia aortica, che aiuterà a comprendere, attraverso un percorso educazionale, i segnali di rischio e le diverse opzioni di trattamento disponibili per prevenire l’aneurisma dell’aorta addominale, una condizione patologica grave la cui incidenza cresce con l‘aumentare dell’età media.
Lo screening e la prevenzione assumono un ruolo fondamentale nell’identificazione di questa patologia. In alcuni ospedali previsti nel tour italiano dell’unità mobile Medtronic, quali l’Azienda ospedaliera università di Padova e il policlinico Sant’Orsola, sarà inoltre possibile per i cittadini sottoporsi ad uno screening gratuito oltre che ricevere il materiale informativo presente in tutte le tappe.
“Un’iniziativa europea dalla duplice finalità – spiega Michele Perrino, presidente e amministratore delegato di Medtronic Italia -. Da un lato quella di supportare la comunità scientifica e gli specializzandi con un’attività di formazione sul trattamento di questa patologia e sull’importanza dell’innovazione tecnologica a beneficio dell’esito clinico. Dall’altro, quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e i pazienti sull’importanza della diagnosi precoce per contrastare una patologia silente, come l’aneurisma aortico addominale, che si associa a un elevato rischio di mortalità, a conferma della nostra Missione di alleviare il dolore, ridare la salute e prolungare la vita dei nostri pazienti”.
“Un aneurisma – spiega Nicola Mangialardi, primario dell’Uoc di Chirurgia vascolare ed endovascolare del San Camillo- Forlanini – è una dilatazione permanente dell’aorta, principale arteria del corpo incaricato di portare il sangue arterioso a tutti gli altri organi e tessuti, la cui rottura può generare una gravissima emorragia. Oltre i tre quarti degli aneurismi aortici interessano la porzione addominale dell’aorta. È più frequente di quanto si creda con un’incidenza tripla negli uomini e una correlazione diretta con l’età: più questa aumenta, più aumenta il rischio. Negli ultimi anni la ricerca e le conquiste tecnologiche hanno migliorato di gran lunga la sopravvivenza di questi pazienti: siamo entrati nell’era delle tecniche endovascolari. I simulatori sono l’ultima conquista in questo campo: permettono il training dei giovani chirurghi ed un accurato studio pre-operatorio che consente la minimizzazione dei rischi anticipando le possibili complicanze”.
“Domani, 22 giugno, l’unità mobile arriverà nei pressi del policlinico Gemelli – si legge in una nota – e ospiterà un innovativo corso di simulazione per il trattamento endovascolare dell’aneurisma dell’aorta addominale dedicato a medici in formazione specialistica. La giornata sarà organizzata da Yamume Tshomba, direttore dell’Uoc di Chirurgia Vascolare presso la Fondazione Policlinico Gemelli Irccs e direttore della Scuola di specializzazione in chirurgia vascolare presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore affiancato da Tommaso Donati, dirigente medico presso l’Uoc di Chirurgia Vascolare della Fondazione, e dal professore Giovanni Tinelli”.
“La formazione medica specialistica – sottolinea Tshomba – costituisce oggi una sfida sempre più importante e per molti versi complessa. L’evoluzione delle tecniche e delle tecnologie, che non hanno rimpiazzato bensì affiancato le tecniche tradizionali, ha moltiplicato gli ambiti in cui si rende necessario garantire un livello estremamente elevato di competenza. Sicuramente l’utilizzo di simulatori e di piattaforme dedicate “high-tech” spesso rese possibile da virtuose collaborazioni con le industrie biomediche, permettono di trasmettere in modo efficace, con esperienze immersive, delle conoscenze che talvolta sul campo richiederebbero tempi estremamente più lunghi”.
Donati, che coordinerà i lavori della giornata ricorda come “iniziative di questo tipo siano sempre importanti per sensibilizzare gli operatori sanitari e la popolazione su specifiche problematiche di salute. Sono cinque i fattori di rischio per l’aneurisma aortico addominale: l’essere un maschio di età superiore ai 65 anni; il fumo, l’ipertensione, l’aterosclerosi e la presenza in altri membri della famiglia di questa patologia. Questi fattori di rischio dovrebbero indurre ad effettuare un controllo preventivo, perché la condizione è assolutamente asintomatica e la diagnosi precoce è essenziale per prevenirne gli esisti infausti. La maggior parte degli aneurismi dell’aorta addominale può essere rilevata attraverso un’ecografia dell’addome, simile a quella che si effettua per monitorare il progresso delle gravidanze”.
L’unità mobile prosegue poi il suo cammino il 23 giugno presso la nuova sede della Facoltà di Medicina e Psicologia – Università Sapienza di Roma – dove avrà luogo un evento formativo, dedicato ai medici in formazione specialistica di chirurgia vascolare, sul trattamento endovascolare dell’aneurisma dell’aorta toracica e dell’aorta addominale coordinato da Maurizio Taurino, ordinario di Chirurgia vascolare e direttore Dipartimento di Medicina clinica e molecolare Facoltà di Medicina e Psicologia Università Sapienza di Roma.
“L’aneurisma dell’aorta – sottolinea Taurino – sia nella porzione toracica sia in quella addominale, costituisce una patologia estremamente pericolosa, perché asintomatica, ma caratterizzata dalla tendenza ad evolvere verso complicanze, che quando si manifestano costituiscono un evento gravissimo che, non di rado porta il paziente all’exitus. Per tale motivo, è indispensabile una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo, trattamento che è in grado di interrompere la storia naturale della malattia”. La terapia chirurgica, “l’unica possibile, attualmente – aggiunge Taurino – si basa in una larga percentuale di casi sulla esclusione endovascolare dell’aneurisma. Tale tecnica, ormai correntemente in uso nella pratica clinica da circa 20 anni, può essere realizzata con bassa invasività anche in pazienti particolarmente fragili, attraverso l’utilizzo di tecnologie molto avanzate sia nell’imaging pre e intra-operatorio sia per la disponibilità di endoprotesi sempre più perfezionate. La giornata si inserisce in un quadro di sinergie con l’industria che mette a disposizione della formazione, svolta nell’università, i propri specialist che affiancano i Docenti, a beneficio degli Specializzandi che apprendono alcune tecniche di trattamento con l’uso dei simulatori, metodo questo destinato ad un ruolo crescente in una didattica sempre più avanzata”.
Infine, Francesco Speziale, presidente della Società italiana chirurgia Vascolare ed endovascolare (Sicve), afferma che “il progresso delle tecniche e delle tecnologie ha aumentato le possibilità di cura calibrandole sulla condizione del singolo paziente. A questo avanzamento delle conoscenze mediche deve corrispondere l’empowerment dei pazienti attraverso l’informazione e la sensibilizzazione. La tutela della propria salute si concretizza in stili di vita sani e controlli regolari. L’aneurisma è asintomatico e il tempo utile d’intervento nel caso di una rottura è breve. La migliore possibilità di cura sta nella prevenzione dell’emergenza attraverso la diagnosi precoce che, sola, permette d’intervenire in tempo”.