Andreoni (Simit): “Contro meningite B servirebbe obbligo vaccinale per i fragili”

(Adnkronos) – Contro il meningococco B “tutti i soggetti a rischio dovrebbero sottoporsi alla vaccinazione, anzi si dovrebbe parlare di obbligo vaccinale in questo caso”. Così Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) in occasione del ‘World meningitis day’ che la Confederazione delle organizzazioni contro la meningite (CoMO) celebra oggi, 5 ottobre, in tutto il mondo. “La fragilità è un concetto oggi molto allargato – osserva Andreoni -riusciamo infatti a curare molte patologie che in passato non avevano speranza, ma ciò comporta anche un ampliamento del numero di persone che sono più esposte al rischio di contrarre la meningite. Perciò invito gli specialisti, i medici di famiglia e i pediatri a proporre ai loro pazienti di proteggersi, in primis dal ceppo B”.  

“Sono tante le forme batteriche che possono causare meningite, quella da meningococco è molto temuta da noi clinici, perché porta a casi gravissimi. Difficile curarne l’impatto sul paziente, e il rischio di decesso e di sequele gravissime è molto alto”, spiega l’esperto. La malattia è rara ma gravissima: mediamente in Italia si registrano 2000 casi di meningite meningococcica all’anno, 200 circa i più gravi. “Si tratta di un caso quasi ogni giorno – sottolinea Andreoni -. I danni correlati non riguardano solo menomazioni fisiche, che portano ad amputazioni fortemente invalidanti, oppure a paralisi, ma anche deficit importanti sul piano cognitivo. Questa è una malattia del sistema nervoso centrale molto complessa da gestire, che può evolvere in poche ore. Numeri importanti che possiamo però azzerare con uno strumento efficacissimo, di cui dobbiamo continuamente parlare”. 

L’appello è rivolto innanzitutto al personale sanitario. “Se è giustificabile che le persone non siano sufficientemente informate per chiedere la vaccinazione, è poco accettabile che gli specialisti, i medici di medicina generale, i pediatri non invitino alla vaccinazione – riprende Andreoni -. Bisogna fare informazione: vediamo infatti che le vaccinazioni contro il meningococco non raggiungono ancora i tassi di copertura richiesta dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale. Occorre invece che la vaccinazione contro il meningococco faccia parte della gestione del paziente e venga proposta attivamente se non è stata fatta”, conclude.