Così come previsto dalla riforma Fornero, dal 2019 si uscirà dal lavoro a 67 anni. Come spiega l’istituto di Statistica in merito all’indicatore di mortalità della popolazione residente nel 2016 (dopo il 2015, distintosi per eccesso di mortalità), “Per il totale dei residenti la speranza di vita alla nascita si attesta a 82,8 anni (+0,4 sul 2015, +0,2 sul 2014) mentre nei confronti del 2013 si allunga di oltre 7 mesi”. Premesso che la speranza di vita, spiega ancora l’Istat, aumenta in ogni classe di età, nello specifico, la speranza di vita risulta più elevata per le donne (con una media di 85 anni), che rispetto agli uomini (80,6 anni), vantano 4,5 anni di vita in più. Ad esempio l’Isituto di Ricerca spiega che un 65enne può oltrepassare gli 84 anni mentre, di contro, una donna di pari età può andare addirittura oltre gli 87. Oggi ad esempio, rispetto a 40 anni fa, l’eventualità di morire nel corso del primo anno di vita è oltre 7 volte minore, così come quella di morire a 65 anni, si è dimezzata. Chi è nato nel 1976, mediamente aveva una probabilità di circa il 90%, se mascho, di essere ancora in vita all’età di 50 anni, ed a 59 se femmina. Nel 2016 un neonato ha il 90% di possibilità di essere in vita almeno fino a un’età di 64 anni se maschio mentre, se femmina, fino a 70. Infine, in questa ’scaramantica’ statistica legata all’aspettativa di vita, conta anche l’area geografica di appartenenza: tra quanti nati nel Nord-est, gli uomini possono mediamente sperare su 81 anni di vita, e le donne su 85,6. Tutt’altra storia invece nel Mezzogiorno, dove gli uomini possono raggiungere i 79,9, contro gli 84,3 delle donne.
M.