Andrea Cassarà, già noto come membro della nazionale italiana di scherma, è al centro di un’indagine per sospetta produzione di materiale pedopornografico. Un’accusa grave e inquietante che ha scosso l’opinione pubblica. L’indagine è scaturita a seguito della denuncia di una ragazza quindicenne, avvenuta il pomeriggio del 20 ottobre nel centro sportivo San Filippo a Brescia.
La giovane vittima ha dichiarato di aver notato una mano che reggeva uno smartphone attraverso una grata mentre si stava facendo la doccia nello spogliatoio. Spaventata, ha reagito gridando, facendo fuggire la persona che stava tentando di riprenderla in uno stato di vulnerabilità.
La ragazza, accompagnata dai genitori, ha immediatamente raccontato l’accaduto alla direzione del centro sportivo, dopodiché si è recata alla stazione dei carabinieri di Lamarmora per presentare una denuncia formale. Le forze dell’ordine hanno prontamente agito, acquisendo le registrazioni delle telecamere di sicurezza del centro sportivo. Da queste registrazioni, sembrerebbe emergere la figura di Andrea Cassarà allontanarsi rapidamente dalla zona in cui la giovane si trovava sotto la doccia.
Sotto l’inchiesta del sostituto procuratore Ettore Tisato, il telefono di Cassarà è stato sequestrato il 22 ottobre. Ora sarà oggetto di un’analisi approfondita per individuare eventuali prove di materiale pedopornografico. Questo segna ufficialmente l’iscrizione di Cassarà nel registro degli indagati con l’accusa di produzione di materiale pedopornografico.
Va notato che Cassarà aveva già affrontato un’accusa nel 2007 per atti osceni in luogo pubblico, in cui una ciclista lo aveva accusato di aver mostrato le sue parti intime in strada a Cremona. Cassarà era stato condannato sia in primo che in secondo grado, ma la Cassazione aveva rimandato gli atti alla Corte d’Appello per un nuovo processo, dove fu poi prosciolto a causa della prescrizione del reato. Il campione di scherma ha costantemente sostenuto la sua innocenza in entrambi i casi, ma la sua situazione legale è ora nuovamente critica, dato l’accusa in corso e il clamore mediatico che la circonda.