“E’ un episodio orribile, non conosciamo ancora i dettagli di quanto avvenuto ma negli ultimi mesi sono tanti gli episodi che hanno coinvolto la nostra provincia. Occorre al più presto un incontro tra tutti i rappresentanti del territorio con il ministro dell’Interno. Vogliamo essere ascoltati – ha detto il sindaco – così non si può andare avanti. Serve un intervento del governo, le istituzioni nazionali devono intervenire per la nostra provincia, non possiamo più assistere a questa efferatezza”. A lanciare questo disperato grido daiuto alle istituzioni è Michela Merla, sindaco di San Marco in Lamis, comune del foggiano che stamane si è reso protagonista di un sanguinario attentato maturato nellambito di faide malavitose. Quattro uomini, a bordo di due auto, luna distanziava dallaltra circa 300 metri, sono stati fatto oggetto di una pioggia di proiettili (probabilmente fucili). Precisamente, lagguato si è consumato tra Apricena e San Marco in Lamis, vicino la stazione. Le due auto distavano 300-400 metri l’una dall’altra. Come hanno stabilito subito i carabinieri, due delle quattro vittime avevano precedenti penali mentre, le altre due, erano incensurate. A mettere gli investigatori sulla strada della faida del Gargano, la presenza – tra le vittime del 50enne Mario Luciano Romito, esponente di spicco di uno dei clan al centro di una feroce guerra che si sta consumando la famiglia dei Libergolis (ambedue coltivatori di Manfredonia). Tanto è che nel foggiano, in una manciata di mesi ad oggi sono già otto i morti nellambito di questa guerra criminale.
M.