Stamane, tanto per cambiare, in Senato è andato in scena il caos. Questo perché ha avuto luogo l’esame del decreto legge relativo alla data delle elezioni suppletive, regionali comunali e, soprattutto, l’election day (riferito anche al referendum sul taglio dei parlamentari), prossimo alla richiesta di fiducia.
Inizialmente, per effetto dell’alzata di mano, la proposta di non passare ai voti degli articoli proposta dal leghista Calderoli, è passata. Ai voti elettronici è stata invece poi respinta per ‘appena’ 3 voti: 105 voti contro 102. Come ha poi commentato Calderoli, “Nelle tribune di primo livello le persone che adesso ci sono prima non c’erano e se applaudite perché vincete di 3 voti dovreste nascondervi non nelle tribune“.
Abbastanza ‘risentita’ anche Licia Ronzulli, vice-capogruppo di Forza Italia, la quale ha chiesto la ‘controprova’ delle telecamere interne, per verificare se chi ha poi votato elettronicamente, l’abbia fatto anche al momento dell’alzata di mano.
Dal canto suo la presidente Casellati ha tenuto a ribadire che “Siccome uno dei miei compiti è quello di garantire la buona amministrazione di questo Senato e cioè un Senato che non deve avere nè ombre nè sospeti, sospendo la seduta in vista della verifica della chiusura delle porte nelle tribune“.
In effetti, la verifica ha poi acclarato l’assenza di irregolarità quindi, dopo 2 ore di sospensione, dopo aver letto al relazione, la Casellati ha confermato il no alla proposta Calderoli. I numeri però davano 104 contro 102, ‘arcano’ poi svelato dalla senatrice Drago la quale, “ha dichiarato di aver votato per errore con il tablet, pur essendo rimasta fuori dalla porta della tribuna”.
Max