Alle elezioni amministrative 2021 la coalizione funziona, in squadra col Pd e gli altri protagonisti dell’alleanza progressista si vince. Lepore a Bologna e Manfredi a Napoli ne sono la prova. In una giornata che molti descrivono come una ‘Caporetto’ per il M5S – con la perdita di Torino, mentre a Roma il ballottaggio sembra sfuggire di mano – l’unica certezza che filtra dai vertici del Movimento è che la squadra, quando si muove insieme, centra il risultato. Senza passare dai ballottaggi. Ma è proprio sulle sfide al voto da qui a due settimane che rischia di franare il Movimento 5 Stelle. Perché se è vero che Conte ha detto a caldo che i voti dei cittadini “non sono pacchi postali” da spostare da un candidato all’altro, è pur vero che all’ex premier piacerebbe puntellare la coalizione, appoggiando i candidati dem al voto. A partire da quel Roberto Gualtieri con cui la sintonia era piena ai tempi di Palazzo Chigi, quando Conte governava il Paese e l’allora ministro dell’Economia cercava di far quadrare i conti.
Ma il primo scoglio da superare è proprio in Virginia Raggi, che di alleanze con i dem non ha mai voluto sentire parlare. Del resto, il primo commento post voto della sindaca uscente non lascia adito a dubbi: “Sottolineo che a Roma sono l’unica che tiene testa alle corazzate di centrodestra e centrosinistra”. Nemici entrambi, senza alcuna distinzione di sorta. In guerra con Michetti, dunque, come con Gualtieri e Calenda. Interprete del grillismo della prima ora, forse, anche se lo stesso Beppe Grillo dell’alleanza con i dem, da anni ormai, ha fatto un punto fermo, rinnegando le convinzioni degli albori.
Nel Movimento, intanto, si iniziano a fare i conti: “E’ inutile nasconderlo: sul futuro della coalizione con il Pd – ragiona un deputato – influirà anche la nostra posizione sui ballottaggi”. Anche se nei gruppi parlamentari c’è chi avanza dubbi sulla convenienza della coalizione con i dem: “E’ un’alleanza sbilanciata – tuona un eletto lombardo in chat – loro sono Batman e noi Robin”.
La prima apertura di peso all’ipotesi di un sostegno M5S a Gualtieri, nella Capitale, arriva da Roberta Lombardi, storica rivale di Raggi. “Aspettiamo i risultati finali. Ma vorrei sottolineare che in questi anni il M5S è maturato e non ha paura del confronto, con nessuno”, risponde all’Adnkronos l’assessora alla Transizione ecologica nella Regione Lazio, componente della giunta giallorossa di Nicola Zingaretti. Il M5S appoggerà l’ex ministro dell’Economia? “La storia che stiamo facendo ci porta ad essere inclusivi e non pregiudizialmente oppositivi. Cambiamo anche il nostro linguaggio. La politica del territorio non è Risiko”, apre Lombardi, rispondendo indirettamente alla sindaca uscente Virginia Raggi, la quale ha rivendicato il suo ruolo di argine alle “corazzate del centrodestra e del centrosinistra”.
“I carrarmatini lasciamoli ai bambini ed ai nostalgici dei tetti. Prima i progetti per Roma, poi le persone per realizzarli”, rimarca ancora Lombardi, “perché abbiamo il dovere morale di non disperdere il lavoro fatto in questi 5 anni”. Il deputato romano Francesco Silvestri sceglie la strada della prudenza quando gli viene chiesto della possibile convergenza su Gualtieri: “Lo vedremo insieme a Conte – spiega all’Adnkronos il tesoriere grillino alla Camera – sarà un ragionamento collegiale che si farà con Conte e con Virginia Raggi”. A Torino (altra roccaforte M5S caduta dopo i 5 anni targati Chiara Appendino) il Movimento per ora nega il proprio sostegno al candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo: “Tra tutte le città del Nord, qui a Torino il M5S ha tenuto”, commenta la candidata pentastellata Valentina Sganga, che avverte: “Non daremo indicazioni di voto per il ballottaggio e ci collochiamo orgogliosamente all’opposizione”.
(di Ileana Sciarra e Antonio Atte)