Se non fosse che tale è la situazione che c’è poco da scherzare, ci verrebbe da paragonare una qualsiasi città americana alla tetra e pericolosa Gotham City, indiscussa capitale della criminalità.
Questo per dare idea del livello di violenza ormai raggiunto dalle principali degli States dove, complice la ‘folle’ possibilità per chiunque di acquistare pistole, fucili e ‘mitraglie’, le sparatorie sono all’ordine del giorno. Dal canto suo la polizia, dovendo fronteggiare una criminalità per l’appunto sempre più spietata ed ‘attrezzata’, nel dubbio spara al minimo colpo di tosse.
Come se non bastasse poi, l’assurda morte di George Floyd per mano di alcuni agenti senza scrupoli, ha di fatto riacceso le contestazioni razziali (problema atavico e mai risolto), aprendo i rubinetti di una assurda violenza che ha letteralmente inondato tutti centri urbani.
Dunque negli States si spara e tanto. Oggi, da non crederci, l’ennesimo ‘fattaccio’ di sangue. Si è consumato in quella definita ‘la zona autonoma’ di Seattle, in quanto lì alla polizia ‘non è consentito l’ingresso’! Si tratta di uno snodo ‘bollente’ che i locali chiamano ‘Chop’ (Capitol Hill Occupied Protest), dove appunto si concentra l’orda dei manifestanti antirazzisti.
Ebbene, per motivi ancora oscuri, c’è stata l’ennesima sparatoria e, a cadere sull’asfalto stavolta è stato un ragazzino di appena 16 anni. Nella stessa sparatoria sarebbe rimasto gravemente ferito anche un 14enne.
E le autorità che fanno, esistono? Vi starete lecitamente domandando. Sì ci sono ma, vista la malparata, come si suol dire, ‘ci vanno con i piedi di piombo’ temendo ‘ritorsioni’ capaci di mettere a ferro e fuoco la città. Tuttavia si avvicinano le presidenziali Usa, ed ora più che mai urge un evidente segnale, capace di trasformare la rabbia in espressone di voto, ed in tanti ‘osano’ praticando la linea morbida.
Ma non si può morire a 16 anni per una pallottola nel mezzo di una metropoli, così è stato riferito che molto probabilmente si procederà prima allo smantellamento dell’area in questione, e subito dopo alla riapertura della stazione di polizia, dalla quale gli agenti sono letteralmente fuggiti con l’arrivo dei manifestanti.
E pensare che per noi Seattle (nella foto) è la capitale ‘grunge’, quella ha portato nel mondo il rock dei Nirvana ed il mito di Kurt Cobain…
Max