I lupi hanno ’riconquistato’ tutte le Alpi – nel solo Piemonte si contano 35 branchi, altri stanno ’colonizzando’ il centro-est dell’arco montuoso – occorre trovare un compromesso. Una coesistenza finora difficile, spesso, anzi, si generano conflitti tra gli allevatori e gli animalisti, che si cercherà di comporre, attraverso un programma europeo, ’Life Wolfalps’, appena avviato e di cui è capofila il Parco delle Alpi Marittime (Cuneo). E’ stato presentato a Torino il progetto che si concluderà nel maggio 2018. A partire dal prossimo inverno uno staff di esperti farà un completo monitoraggio sulla presenza dei lupi nelle sei ’aree chiave’ italiane; entreranno in campo squadre cinofile anti-veleno e verranno contattati gli allevatori per costruire un dossier dei danni sulle predazioni subite. Spesso i lupi sono uccisi dai bracconieri sugli Appennini, dove sono presenti da sempre, anche con bocconi avvelenati, ma la protesta resta forte anche in Piemonte, dove i lupi sono presenza tornata abituale da 20 anni. Per protestare, gli allevatori aderenti all’Associazione Alte Terre hanno distribuito un comunicato fuori dalla sede del convegno: “Si dedicano milioni (6, per tutti i 5 anni ed i 12 partner coinvolti) al lupo mentre i servizi in montagna sono sempre più carenti – è l’accusa di Mario, un allevatore della Valle Maira (Cuneo) – così a rischio di estinzione sono ormai i bambini. Non chiediamo la sterminio dei lupi, ma almeno che ci diano la possibilità di difenderci, lasciandoci usare i fucili,quanto meno per spaventare i predatori”. Il lupo – ha sottolineato Luigi Boitani, presidente del ’Large Carnivore Initiative for Europe’ – è un animale che si sposta su grandissime distanze, fino a migliaia di chilometri, serve un progetto comune che riguardi tutta l’area alpina, tenendo presente allo stesso tempo che i conflitti vanno risolti su scala locale. L’obiettivo di ’Life Wolfalps’ è proprio questo: fare coesistere i lupi con le attività umane”.