(Adnkronos) – “È stata una tragedia, ma noi dalle crisi possiamo sempre rinascere forti”. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, arriva in Emilia Romagna – dal G7 in Giappone – per un sopralluogo nelle aree colpite devastate dall’alluvione. “Il lavoro nostro è garantire risposte immediate. C’è un Consiglio di ministri convocato per martedì, c’è tutta la giornata di dlunedì per ottimizzare i provvedimenti”.
Atterrata all’aeroporto di Rimini domenica, pochi minuti prima delle 12, evitando fotografi e giornalisti in attesa al Ridolfi di Forlì, Meloni è stata accolta dal viceministro Galeazzo Bignami per fare la sua prima visita in una grande azienda agricola devastata dall’alluvione. Da lì un giro per le frazioni del ravennate, tra i cittadini e i tantissimi volontari ancora impegnati a spalare il fango reso ancora più duro dal sole che per tutta la giornata ha finalmente scaldato il territorio.
“Ho trovato cittadini molto orgogliosi, che stavano al lavoro e dicevano ci rimettiamo in piedi. L’Italia in queste situazioni tira fuori il suo meglio. Non è il momento delle passerelle, mi sono anche commossa, però ho trovato tanta gente commossa di speranza. Ho parlato con il presidente Bonaccini, con i sindaci, con la Protezione civile per capire quali debbano essere le cose prioritarie”. “E’ stata una tragedia – ha ribadito ancora la premier – ma noi dalle crisi possiamo sempre rinascere forti, può essere anche un’occasione di mostrare quanto l’Italia sappia essere concreta”.
A ringraziarla per la visita, invitandola ad entrare nelle poche case risparmiate dall’acqua, anche tanti immigrati che vivono e lavorano in zona e che oggi sono un unicum con la comunità che lotta per rialzarsi. A Faenza, poi, è stata raggiunta dal governatore dell’Emila Romagna, Stefano Bonaccini con il quale ha proseguito il giro in auto nelle zone più colpite, abbracciando e lasciandosi fotografare con i ragazzi andati a spalare.
“É difficile fare una previsione delle stime dei danni. So che i danni sono ingenti, è stata fatta una prima stima dei danni sulla viabilità, ma finché non siamo sicuri che la situazione si fermi diventa molto difficile. In ogni caso andranno mobilitate molte risorse e anche qui il Governo è già al lavoro per capire quali possano e debbano essere le situazioni prioritarie da quali attingere i fondi. Nelle prossime ore chiaramente stanzieremo altre risorse che sono però per l’emergenza. Il Fondo europeo di solidarietà è uno dei fondi che possono essere utilizzati”.
“I primi provvedimenti – ha spiegato la premier – servono a stanziare le risorse che servono per l’emergenza e servono a fare tutti i provvedimenti per esentare le aziende e i cittadini dal pagamento delle imposte, per rafforzare la burocrazia per quello che serve qui ma per fermare tutti gli adempimenti che le persone, le aziende non possono portare avanti. Dopo di che bisogna lavorare sugli indennizzi, sulla ricostruzione, ma questo richiede una stima completa e va fatto anche un lavoro che riguarda la semplificazione delle procedure”.
Ultima tappa la prefettura di Ravenna, dove sono stati definiti gli interventi urgenti per risollevare il territorio martoriato, sorvolato in elicottero appena prima di tornare alla volta di Roma.
GLI SFOLLATI – Calano le persone che hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione in Emilia Romagna: alle ore 12 di domenica erano 26.324, la maggior parte, 19.500, nel ravennate, poi 4.918 in provincia di Forlì-Cesena e 1.906 nel bolognese. Gli interventi di assistenza alla popolazione, comunica la Regione, proseguono 24 ore su 24, grazie a tutte le forze in campo; 5.370 (di cui circa 4mila nel ravennate, 734 nel bolognese, 632 nel forlivese-cesenate e 4 nel riminese) sono accolti in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni: scuole, palazzetti e palestre; le altre hanno trovato sistemazioni alternative come seconde case o da amici e parenti.
Restano 43 i Comuni coinvolti dagli allagamenti e, sul versante del dissesto idrogeologico, risultano attive circa 305 le frane concentrate in 54 comuni. Per quanto riguarda la viabilità, sono 622 le strade chiuse, di cui 225 chiuse parzialmente e 397 totalmente. Complessivamente 236 a Bologna, 201 in provincia di Forlì-Cesena, 139 nella provincia di Ravenna e 46 nel riminese.
Quasi 33mila persone (2.856) e 1.700 volontari sono al lavoro in Emilia-Romagna per un totale 4.556. Degli oltre 1.100 volontari, 374 appartengono alle colonne mobili regionali di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Alto Adige, Lombardia, Lazio, Toscana, Abruzzo e Umbria. A queste si aggiungono i 612 volontari dell’Emilia-Romagna e i 139 appartenenti alle organizzazioni nazionali di volontariato. “Tutte le persone che vogliano dare un aiuto fattivo nelle aree colpite dal maltempo debbono rivolgersi ai Comuni per poter organizzare al meglio le attività”, sottolinea la Regione Emilia Romagna.
NUOVA ALLERTA ROSSA – E’ confermata, intanto, anche per lunedì l’allerta rossa per criticità idraulica su montagna, bassa collina, pianura e costa romagnola, collina e pianura bolognese. Allerta arancione per criticità idraulica sulla pianura modenese. Sempre lunedì sono previste deboli piogge sparse localmente anche a carattere di rovescio sulle aree appenniniche durante le ore centrali della giornata. Nelle aree collinari della Romagna e dell’appennino bolognese, persistono condizioni favorevoli allo sviluppo e all’evoluzione di frane, che si sono già attivate nei giorni scorsi.
IL DOCUMENTO PER MARTEDI’ – E’ pronto il documento che sarà portato all’attenzione del governo nell’incontro di martedì 23 maggio che il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, avrà con la premier Giorgia Meloni insieme alle parti sociali emiliano-romagnole. Il tavolo del Patto per il Lavoro e per il Clima dovrà essere la sede di confronto sulle principali decisioni da assumere per la ripresa economica e la ricostruzione del territorio emiliano-romagnolo colpito.
Necessario anche l’accesso alle risorse del Fondo di solidarietà dell’Unione europea per sostenere le attività connesse all’erogazione dei servizi pubblici, ripristino delle infrastrutture, primi soccorsi alla popolazione colpita. E inoltre, anche l’individuazione di misure di semplificazione amministrativa e procedurale per la ricostruzione. Conclusa, inoltre, la fase di prima emergenza, valutare insieme ai Comuni l’individuazione di ulteriori azioni a loro supporto in merito ad esempio a sospensione mutui, deroghe a scadenze Pnrr e l’assegnazione di personale tecnico amministrativo.
Superata la prima fase emergenziale ancora in atto e conclusa la rilevazione e la stima dei danni, occorrerà agire ricorrendo a nuovi strumenti di programmazione e pianificazioni, anche straordinari, realizzando un piano per la ricostruzione, la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio a contrasto del dissesto idrogeologico, con particolare riferimento alle frane e al reticolo idrografico.
Tra le richieste condivise quella della sospensione dei termini per gli adempimenti tributari e contributivi, così come quella dei processi civili, penali, amministrativi e tributari, il rinvio delle udienze e la sospensione dei termini di comunicazione e notifica degli atti. Il blocco dei mutui, riconosciuto nelle scorse settimane per le aziende, colpite dal maltempo di inizio maggio alle province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, andrà ora esteso anche a Rimini. Proprio in queste ore, peraltro, la Regione ha provveduto a stilare un elenco completo dei centri più colpiti a cui assicurare queste misure di sospensione.
Sarà, infine, necessario mettere a disposizione dal sistema bancario regionale risorse per la liquidità immediata delle imprese, anche in raccordo con i consorzi fidi regionali. Sul versante delle infrastrutture stradali e ferroviarie, dopo il punto svolto ieri col ministro Salvini, si chiede di mettere in campo le risorse necessarie per garantire l’accessibilità al territorio, anche per la ripresa delle attività economiche.
Sul fronte della liquidità, viene richiesto di attivare un fondo di garanzia in favore delle micro, piccole e medie imprese ubicate nei territori colpiti dagli eventi calamitosi e che abbiano subito danni. Mentre, a favore dei lavoratori dovranno essere attivati gli strumenti ordinari di assistenza e gli ammortizzatori sociali necessari, con una misura specifica per i lavoratori avventizi impiegati in agricoltura, nonché per i lavoratori stagionali, indipendenti e autonomi. Dovrà essere definito un piano di ristori economici e stanziate adeguate risorse per il supporto a famiglie e imprese colpite dagli eventi calamitosi, così come la concessione di contributi per la riparazione, il ripristino e la ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa, a uso produttivo e per servizi pubblici e privati.
Contributi anche a favore della delocalizzazione temporanea delle attività danneggiate al fine di garantirne la continuità produttiva, ed anche a favore delle attività produttive, industriali, agricole, zootecniche, agroindustriali, commerciali, artigianali, turistiche, professionali e di servizi ivi comprese quelle relative agli enti non commerciali e alle organizzazioni, fondazioni o associazioni aventi sede o unità produttive nei comuni interessati dagli eventi calamitosi che abbiano subito gravi danni a beni mobili e scorte.