(Adnkronos) – “Le analisi dei campioni raccolti” in Emilia Romagna, colpita dall’alluvione, da inizio maggio “non hanno rilevato la presenza di virus” veicolati dalle zanzare, “segno che al momento l’impatto di questi insetti è limitato a un ‘effetto molestia’, senza un rischio sanitario accertato”. A comunicarlo la Regione Emilia Romagna, annunciando che “una serie di indicazioni tecniche per rafforzare il controllo delle zanzare nelle zone alluvionate” sono state comunque definite dall’assessorato alle Politiche per la salute, “con la collaborazione del gruppo tecnico regionale dedicato alla prevenzione delle arbovirosi, e inviate ad Ausl e Comuni.
Misure straordinarie che integrano il Piano regionale arbovirosi approvato lo scorso aprile dalla Giunta, con il quale già da inizio maggio è regolarmente partita l’attività di ricerca di eventuali virus patogeni, attraverso la cattura e successiva analisi di zanzare adulte”. Inoltre, “è stata richiesta al ministero della Salute un’autorizzazione in deroga per poter usare i droni per la distribuzione del prodotto larvicida, date le difficoltà operative nel raggiungere da terra le porzioni allagate di ampie dimensioni”.
“Tutti i Comuni delle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini – spiega una nota regionale – sono richiamati a garantire una corretta e completa attuazione delle misure previste dal Piano regionale, per contribuire alla prevenzione della proliferazione delle zanzare: principalmente, quindi, distribuzione di larvicidi nella tombinatura pubblica e comunicazione alla cittadinanza per una corretta gestione delle aree private. Devono essere sensibilizzate soprattutto le imprese e i responsabili di aree particolarmente critiche come cantieri, aree dismesse, piazzali di deposito, parcheggi, vivai e altre attività produttive e commerciali che possano dar luogo anche a piccole raccolte di acqua e conseguenti focolai di sviluppo larvale. Ai Comuni si chiede inoltre di verificare le condizioni di pulizia dei tombini e delle caditoie stradali, perché potrebbero essere ostruiti dal fango rimasto dopo il deflusso delle acque: in questo caso la diffusione in acqua del prodotto larvicida sarebbe ridotta, e quindi diminuirebbe anche l’efficacia”.
“Azioni aggiuntive – precisa la Regione – sono invece richieste nelle aree del territorio comunale ancora interessate dalle alluvioni, proprio per fronteggiare lo sviluppo di zanzare collegato al mancato o ridotto deflusso delle acque nella rete idrica e al permanere di acque stagnanti”.
“Sempre per il controllo delle larve di zanzara – continua la nota – oltre al rafforzamento della pulizia di tombini e caditoie, le indicazioni sono quelle di prestare attenzione ai depositi temporanei di rifiuti stoccati in attesa della destinazione finale di trattamento, perché possono costituire potenziali siti di riproduzione delle zanzare e di altri insetti e animali, come mosche e topi. Nonostante non ci siano evidenze di circolazione di virus patogeni che impongano il ricorso a trattamenti adulticidi – si ribadisce – la presenza importante, anche al di fuori dell’habitat usuale, di zanzare Aedes che arrecano un ulteriore disagio ad una popolazione già provata giustifica questo tipo di intervento”.
“Per orientare in modo efficace questi trattamenti, saranno posizionate trappole attrattive per valutare la densità di popolazione delle zanzare e agire solo dove serve. I Comuni – raccomanda la Regione – sono quindi invitati ad attivare le ditte titolari di contratto per il controllo e l’eventuale disinfestazione, e ad attuare gli interventi aggiuntivi indicati”.