(Adnkronos) – E’ ancora allerta rossa oggi su parte dell’Emilia Romagna per criticità idraulica su montagna, bassa collina, pianura e costa romagnola, collina e pianura bolognese. Allerta arancione in altre aree per criticità idraulica sulla pianura modenese. Anche se non si prevedono significativi incrementi dei livelli idrometrici, fa sapere la protezione civile, le residue piogge previste determineranno un rallentamento dell’esaurimento delle piene su tutti corsi d’acqua della Regione.
Intanto è pronto un piano per la ripartenza e la ricostruzione da consegnare al governo. Le forze economiche e sociali del territorio insieme alla Regione, unite per affrontare la fase di emergenza e per impostare le condizioni. Unità d’intenti messa nero su bianco in un documento (‘dichiarazione congiunta’) che è stata sottoscritta dalla Regione Emilia Romagna e le associazioni di impresa e i sindacati, le professioni, il Terzo settore, gli istituti bancari, le organizzazioni firmatarie del Patto per il Lavoro e per il Clima, per la gestione dell’emergenza, l’assistenza alla popolazione, la ripresa economica e la ricostruzione del territorio emilianoromagnolo colpito dall’alluvione.
“È stata una tragedia, ma noi dalle crisi possiamo sempre rinascere forti”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, arrivata in Emilia Romagna – dal G7 in Giappone – per un sopralluogo nelle aree devastate dall’alluvione. “Il lavoro nostro è garantire risposte immediate. C’è un Consiglio di ministri convocato per martedì, c’è tutta la giornata di lunedì per ottimizzare i provvedimenti”.
Atterrata all’aeroporto di Rimini domenica, pochi minuti prima delle 12, evitando fotografi e giornalisti in attesa al Ridolfi di Forlì, Meloni è stata accolta dal viceministro Galeazzo Bignami per fare la sua prima visita in una grande azienda agricola devastata dall’alluvione. Da lì un giro per le frazioni del ravennate, tra i cittadini e i tantissimi volontari ancora impegnati a spalare il fango reso ancora più duro dal sole che per tutta la giornata ha finalmente scaldato il territorio.
“Ho trovato cittadini molto orgogliosi, che stavano al lavoro e dicevano ci rimettiamo in piedi. L’Italia in queste situazioni tira fuori il suo meglio. Non è il momento delle passerelle, mi sono anche commossa, però ho trovato tanta gente commossa di speranza. Ho parlato con il presidente Bonaccini, con i sindaci, con la Protezione civile per capire quali debbano essere le cose prioritarie”. “E’ stata una tragedia – ha ribadito ancora la premier – ma noi dalle crisi possiamo sempre rinascere forti, può essere anche un’occasione di mostrare quanto l’Italia sappia essere concreta”.
A ringraziarla per la visita, invitandola ad entrare nelle poche case risparmiate dall’acqua, anche tanti immigrati che vivono e lavorano in zona e che oggi sono un unicum con la comunità che lotta per rialzarsi. A Faenza, poi, è stata raggiunta dal governatore dell’Emila Romagna, Stefano Bonaccini con il quale ha proseguito il giro in auto nelle zone più colpite, abbracciando e lasciandosi fotografare con i ragazzi andati a spalare.
Calano le persone che hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione in Emilia Romagna: alle 12 di domenica erano 26.324, la maggior parte, 19.500, nel ravennate, poi 4.918 in provincia di Forlì-Cesena e 1.906 nel bolognese. Gli interventi di assistenza alla popolazione, comunica la Regione, proseguono 24 ore su 24, grazie a tutte le forze in campo; 5.370 (di cui circa 4mila nel ravennate, 734 nel bolognese, 632 nel forlivese-cesenate e 4 nel riminese) sono accolti in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni: scuole, palazzetti e palestre; le altre hanno trovato sistemazioni alternative come seconde case o da amici e parenti.
Restano 43 i Comuni coinvolti dagli allagamenti e, sul versante del dissesto idrogeologico, risultano attive circa 305 le frane concentrate in 54 comuni. Per quanto riguarda la viabilità, sono 622 le strade chiuse, di cui 225 chiuse parzialmente e 397 totalmente. Complessivamente 236 a Bologna, 201 in provincia di Forlì-Cesena, 139 nella provincia di Ravenna e 46 nel riminese.
Quasi 33mila persone (2.856) e 1.700 volontari sono al lavoro in Emilia-Romagna per un totale 4.556. Degli oltre 1.100 volontari, 374 appartengono alle colonne mobili regionali di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Alto Adige, Lombardia, Lazio, Toscana, Abruzzo e Umbria. A queste si aggiungono i 612 volontari dell’Emilia-Romagna e i 139 appartenenti alle organizzazioni nazionali di volontariato. “Tutte le persone che vogliano dare un aiuto fattivo nelle aree colpite dal maltempo debbono rivolgersi ai Comuni per poter organizzare al meglio le attività”, sottolinea la Regione Emilia Romagna.