“Non c’è dubbio. C’è stata un’azione di dossieraggio contro di me”. E’ l’accusa di Rosario Crocetta nella bufera dopo la pubblicazione da parte dell’Espresso di una intercettazione nella quale il suo medico, Matteo Tutino pronuncia una frase ignobile contro l’ex assessore alla Sanità, la figlia di Paolo Borsellino, Lucia (“Va fatta fuori come suo padre”). Una intercettazione che, però, la procura di Palermo smentisce. “Mi hanno distrutto, ucciso, perché è questo che volevano: farmi fuori, eliminarmi. Ci stavano riuscendo, ma tutto sta diventato chiaro e lo diventerà ancora di più. Palermo è un tritacarne, lo sapevo e ne ho la conferma”. E’ quanto afferma in una intervista a Repubblica il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta che, a Il Fatto, torna a negare di aver mai ascoltato da Tutino le infamie contro Lucia Borsellino, chiede di “indagare piuttosto sull’autore. Chi ha scritto quelle cose?” e afferma che si tratta di “un giornalista licenziato da me” che, aggiunge l’intervistatore, è stato membro dell’ufficio stampa della Regione siciliana. “Io non ho mai sentito questa frase di Tutino -spiega Crocetta a ’Repubblica’ – Non ricordo assolutamente nulla del genere. Forse in quel momento non prendeva bene il telefono, ma io no so di cosa si stia parlando. Non escludo che lui l’abbia detta, aveva un rapporto molto conflittuale con la Borsellino, ma di questa storia io non so nulla. Se avessi sentito quella frase non so… avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so, sono sconvolto. Provo un orrore profondo. Spero che la Procura accerti i fatti”. “Ribadisco quanto contenuto nel comunicato stampa di ieri, 16 luglio. L’intercettazione tra il dottor Tutino e il presidente Crocetta, di cui riferisce la stampa, non è agli atti di alcun procedimento di questo ufficio e neanche tra quelle registrate dal Nas”. Lo dice il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. Alla domanda se abbia chiamato Lucia Borsellino, Crocetta replica: “No, ma perché la devo chiamare? Io l’ho sempre difesa quando è stata al mio fianco in giunta e sempre la difenderò. Tutino era il mio medico ed un mio amico, se ha sbagliato pagherà. Ma io non c’entro nulla”. Sugli attacchi ricevuti dal Pd, il governatore afferma: “Ora non mi interessano i giochi della politica. Tanti vogliono le mie dimissioni ma io non sono attaccato alla poltrona”. Delle dimissioni Crocetta parla anche con ’Il Fatto’. “Volevano ammazzarmi, cucinarmi addosso il cappotto dell’indegno. Liquidarmi politicamente. Forse ci sono riusciti – dice – Il motivo? La mafia. Le mie caratteristiche, benchè venga sistematicamente spernacchiato, danno fastidio. Un antimafioso come me è geneticamente fuori dall’ordine costituito”. Quanto all’intercettazione della telefonata con Tutino, per Crocetta è ’falsa, falsissima, inesistente. E’ una turlupinatura”. “Vogliono le mie dimissioni – aggiunge – Vogliono uccidermi. Posso dare le dimissioni anche lunedì. L’unica cosa insopportabile per me è il fango con il quale mi stanno sporcando. L’antimafia è la mia identità, come è possibile che si possa ritenere un dato acquisito, normale, plausibile, l’ascolto impassibile, anzi connivente, da parte mia di una frase di quel tipo contro Lucia Borsellino?”.