Allarme cinghiali anche a Viterbo e rischio estensione dei contagi da peste suina in tutta la Tuscia, a fronte dell’aumento dei casi sospetti e un link epidemiologico, legato ai residui alimentari infetti di cui gli animali si cibano tra i rifiuti, che sarebbe drammatico per le sorti economiche dell’intera area. I focolai capitolini hanno sollevato timori e appelli, come quello di Confagricoltura rivolto ai candidati sindaci.
“Sui cinghiali denunciamo l’inerzia delle Istituzioni. Continua ad aumentare il numero dei cinghiali presenti a Viterbo e Rieti, come le inevitabili conseguenze ambientali, economiche e di sicurezza”: lo dice il presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti, Remo Parenti.
Gli agricoltori costretti a lasciare le terre incolte o a fare i conti con terreni devastati, senza risarcimenti o sostegni. Per questo Confagricoltura chiama le istituzioni a un “senso di responsabilità” ancora più urgente visto il “diffondersi della peste suina tra i cinghiali, fenomeno che, se esteso, porterebbe drammatiche conseguenze per tutto il comparto”, uno dei settori di punta della filiera agroalimentare del territorio.
“Con la consapevolezza di un atto in ogni caso doveroso mi rivolgo ai candidati sindaci sollecitandoli sul tema del controllo della fauna selvatica”, afferma Parenti, chiedendo loro di esprimersi in modo chiaro e netto a favore di un contenimento del numero dei cinghiali presenti nelle campagne e nelle città“.