Lisa Montgomery, 52 anni, è stata giustiziata oggi alle 7.31, ora italiana, nel carcere di Terre Haute, in Indiana. È la prima donna a ricevere, a livello federale, l’iniezione letale in oltre 70 anni. L’esecuzione era stata bloccata nella scorse ore dal giudice per una nuova perizia psichiatrica. Poi il via libera.
“Dopo un’allucinante serie di decisioni e una vana richiesta di sospensione – scrive su Twitter Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia – Lisa Montgomery è stata messa a morte. L’11 esecuzione federale sotto Trump, la prima di una donna da 67 anni”. L’ultima è stata Bonnie Heady nel 1953 in Missouri.
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Montgomery è stata condannata per un omicidio commesso nel 2004: strangolò la 23enne Bobbie Jo Stinnet, incinta di otto mesi, poi le tagliò il ventre con un coltello per rubarle il feto. La bambina riuscì a sopravvivere.
Pena di morte negli Stati Uniti
La pena di morte è stata ripristinata negli Stati Uniti nel 1976 dalla Corte Suprema e sono uno dei 76 paesi nel mondo, ma unico occidentale, in cui è prevista. A livello federale è avvenuto solo tre volte dal ripristino: nel 1988, nel 2001 e nel 2003. Nel luglio 2019, l’allora procuratore generale William Barr ha messo fine a una moratoria sulle esecuzioni federali che durava da 17 anni. Da luglio 2020 le esecuzioni federali effettuate sono state undici. “Quest’anno (ndr 2020) ha segnato la prima volta nella storia degli Stati Uniti in cui il governo federale ha condotto un numero di esecuzioni maggiore rispetto a quelle condotte da tutti gli Stati dell’Unione messi insieme (è prevista in 28 su 50)”, scriveva a dicembre il Death penalty information center. Un lascito dell’amministrazione Trump che il presidente eletto, Joe Biden, ha detto (si spera) di voler estirpare.
Mario Bonito