Il Consiglio di Giurisdizione della Camera ha respinto i ricorsi contro l’obbligo di Green pass a Montecitorio. L’organismo guidato da Alberto Losacco (Pd) e composto da Stefania Ascari (M5s) e Silvia Covolo (Lega), “ritiene che non vi siano ragioni d’urgenza per sospendere la decisione dei deputati Questori, del 12 ottobre scorso, di chiedere il Green pass a tutti i deputati, oltre che ai dipendenti ed a tutti coloro che accedono ai palazzi della Camera. La decisione del Consiglio era stata anticipata da due decreti monocratici del presidente Alberto Losacco, che risultano quindi oggi confermati”. Si legge in una nota.
“Le due ordinanze del Consiglio di giurisdizione ritengono, in particolare, che sia la vaccinazione contro il Covid-19, sia il ‘tampone’ sono strumenti che, pur non potendo scientificamente garantire la certezza in assoluto della loro efficacia ed attendibilità, offrono al riguardo un significativo tasso di probabilità statistica, ed in ogni caso costituiscono attualmente le uniche misure concrete che le Istituzioni possono porre in essere nel doveroso perseguimento della tutela della salute individuale e collettiva, garantita dall’articolo 32 della Costituzione”.
“Il ‘tampone’ è strumento diagnostico che comporta, per la persona che vi si sottopone, un’invasività obiettivamente minima. Il Consiglio ritiene pure che i membri del Parlamento siano tenuti, al pari e più di ogni altro cittadino, a ‘non ledere né porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui, in osservanza del principio generale che vede il diritto di ciascuno trovare un limite nel reciproco riconoscimento e nell’uguale protezione del coesistente diritto degli altri’ (sono, queste, parole della Corte costituzionale). I deputati e i senatori, tenuti a porre in essere tutto quanto rientra nella loro disponibilità per il miglior esercizio del loro mandato, devono ricondurre ogni loro ipotetico sacrificio o disagio rispetto alla condizione di ogni altro cittadino all’insieme di responsabilità, potestà, diritti e doveri che compongono lo status di parlamentare in carica”.