“Intendiamo rispettare profondamente il voto di tutti gli italiani e saremo coerenti con gli esiti del 4 marzo. Ora tocca a chi ha ricevuto maggior consenso l’onore e l’onere del governo del Paese. Noi continueremo a servire i cittadini, dall’opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare. Alle forze che hanno vinto diciamo una cosa sola ora non avete più alibi. Ora il tempo della propaganda è finito. Lo dico in particolare a Lega e Cinque Stelle: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità. Misureremo insieme ai cittadini le vostre coerenze, giorno per giorno, rispetto a quello che avete promesso facilmente e raccontato in mesi e mesi di propaganda senza limiti”. Con Renzi che ha preferito disertare la Direzione (salvo ribadire che pur lasciando da segretario non molla il partito), è stato Maurizio Martina, nel ruolo di reggente a chiarire quale sarà la posizione del Pd. Dopo essersi diretto “alle forze che hanno vinto diciamo una cosa sola: ora non avete più alibi”, il vicesegretario ha infatti tenuto a chiarire come intende muoversi il partito: subito allopposizione, e niente Congresso subito: “Il nostro progetto ha bisogno di una partecipazione consapevole superiore a quella che possiamo offrire una sola domenica ai gazebo”. Una relazione, quella di Martina, approvata da tutti: nessuno contrario e sette astenuti. Presenti nel parterre tutti i massimi esponenti dem, da Gentiloni a Calenda, dalla Boschi a Franceschini, con Emiliano, Delrio ed Orlando, che hanno preso la parola. Orfini ha tenuto a ribadire che, con le dimissioni del segretario, “il presidente ha un mese di tempo per convocare l’Assemblea nazionale”, salvo slittamenti dovuti alle consultazioni al Quirinale. L’Assemblea verificherà la possibilità di eleggere un segretario, altrimenti partirà la stagione congressuale. Dicevamo la relazione di Martina, una linea che prevede una “fase costituente da gestire con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, individuando subito insieme un luogo di coordinamento condiviso”. Un percorso che trova il plauso generale (Emiliano a parte), con Zingaretti (“bene Martina”), e Delrio (“siamo riuniti non per cercare un nuovo capo ma una nuova direzione”), affiancati da un silente Franceschini. Una linea che non ha evidenziato nessun tipo di chiusura rispetto a quella del segretario uscente, accattivandosi per questo lapprezzamento dei renziani. Il banco di prova sarà ora l’elezione dei capigruppo parlamentari. Tuttavia Orlando ha tenuto ad osservare che è giusto dire no a un governo del M5S o della Lega ma attenzione a evitare un Aventino istituzionale: abbiamo il dovere di far entrare tutte le forze uscite dalle urne nel gioco democratico e dobbiamo costruire un assetto di garanzie nei livelli istituzionali”. Alla fine, il comunicato emesso dal Nazareno, ha ripercorso il pomeriggio più lungo, spiegando che “La Direzione del Partito democratico ha approvato lordine del giorno finale, con 7 astenuti e voto favorevole di tutto il resto della platea, prendendo atto delle dimissioni del segretario e ringraziandolo per il lavoro e limpegno appassionato di questi anni alla guida del partito nella sfida politica e di governo, intrapresa sempre con grande determinazione. La Direzione assume, come avvio del confronto, la relazione del vicesegretario, che svolgerà le funzioni di segretario fino allAssemblea nazionale convocata – come da Statuto – dal presidente, e condivide le proposte avanzate sulla gestione collegiale dei prossimi passaggi politici. Riconosce lesito negativo del voto, garantisce il pieno rispetto delle decisioni e delle scelte espresse dai cittadini e il proprio apporto al Presidente della Repubblica. Il Pd si impegnerà dallopposizione, come forza di minoranza parlamentare, riconoscendo che ora spetta alle forze che hanno ricevuto maggior consenso lonere e lonore di governare il Paese. Infine conclude il comunicato – chiama a un impegno straordinario le federazioni regionali, provinciali e i circoli per promuovere a ogni livello il più ampio confronto di analisi e proposta per individuare insieme il percorso da seguire per il rilancio del Partito democratico nella società italiana”.
M.