ALITALIA ANDAVA VENDUTA NEL 2008. LE TECNOCRAZIE EUROPEE SONO MIOPI

    ’’Non so se Alitalia possa definirsi una classica compagnia di bandiera anche se viene percepita come tale. Il marchio italiano è importantissimo, ma l’azienda non è pubblica da tanto tempo’’, ha affermato il premier Gentiloni intervistato da Bruno Vespa (in occasione dell’uscita del suo libro ’Soli al comando’), che ha anche ribadito come, a suo giudizio, nel 2008 fu commesso uno sbaglio a non vendere Alitalia ad Air France, a causa delle forti pressioni esercitate allora da Berlusconi e dai sindacati. Ad ogni modo, augurandosi ’’che venga trovata una soluzione che mantenga l’unità della compagnia’’, Gentiloni non si sente di escludere la possibilità di una quota pubblica minoritaria, anche se, precisa, ’’Non la vedo come garanzia di italianità’’. Quindi, incalzato dalle domande di Vespa, il presidente del Consiglio ha affrontato diversi temi, tra questi l’Europa: “Non possiamo accettare dalla tecnocrazia europea misure che rischierebbero di deprimere la crescita. I tedeschi non c’entrano. Credo che alcune tecnocrazie europee non abbiano intenti punitivi, ma siano miopi rispetto alla realtà. Alcune banche italiane hanno attraversato un periodo pericoloso ma adesso ne sono fuori. E’ uno dei risultati positivi dei nostri governi, che ci è costato 20 miliardi a fine dicembre 2016. Il mantra della tecnocrazia europea – ha continuato il premier – l’angoscia degli accantonamenti, anche se noi stiamo procedendo rapidamente allo smaltimento dei crediti deteriorati rimasti che sono calati del 25% negli ultimi nove mesi. Non possiamo perciò accettare misure che rischierebbero di deprimere la crescita”. Infine, ha aggiunto concludendo Gentiloni, Segnalo che i Paesi favorevoli alla crescita occupano una posizione molto rilevante sullo scenario europeo. Quando ci riuniamo nel formato dei Paesi mediterranei, dopo l’uscita della Gran Bretagna, rappresentiamo oltre metà del prodotto interno europeo”.
    M.