(Adnkronos) – “Tra una ventina d’anni saremo quasi 9 miliardi. Ci sarà da mangiare per tutti? Tutti vorranno alimentarsi, possibilmente nutrirsi, senza comprendere a pieno la differenza tra le due cose. Tutti vorranno continuare a godere del benessere medio raggiunto e per questo entreranno in competizione per cibo, acqua e altre materie prime. Diventa quindi urgente e prioritario occuparsi, nell’immediato, di una criticità che non è più rimandabile e le donne in questo possono giocare un ruolo importantissimo. L’esperienza di ogni donna è preziosa e necessaria per fermare questa situazione paradossale”. Così, Lucio Lucchin, past president Adi, Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, durante il XIX Corso nazionale, dedicato alla medicina di genere e al ruolo della nutrizione nella salute della donna, in programma fino a domani a Pescara.
“Nella recente pandemia e, ora, con il conflitto russo-ucraino – continua Lucchin – stiamo vedendo” un crescendo nelle contese. “Prima di essere terrorizzati della prospettiva di mangiare insetti o preoccuparci di dove andare a reperire le risorse – sottolinea – dobbiamo decidere di forzare la naturale pigrizia del nostro cervello per definire meglio le priorità della vita e innalzare il livello culturale e di sensibilizzazione attorno all’emergenza alimentare”.
Nella maggior parte delle culture – si legge in una nota diffusa da Adi – le donne hanno fornito un contributo fondamentale all’educazione dell’individuo e, soprattutto, hanno sempre provveduto alla preparazione del cibo e curato la provenienza e la qualità degli alimenti. Una responsabilità oggi più che mai strategica per garantire la biodiversità e un’alimentazione sostenibile. Quest’ultima è una condizione fondamentale per rispondere in modo adeguato alla crescita della popolazione e alla carenza di risorse, oltre che per contrastare il divario tra spreco e malnutrizione, che divide il mondo in due parti. Da una parte chi soffre la carenza di cibo, dall’altra che soffre per l’eccessivo consumo di alimenti ricchi di grassi e zuccheri.
“Le donne – ricorda Lucchin – da sempre sono più attente alla qualità del cibo, si informano, prediligono maggiormente cibi vegetali, più fibra alimentare e meno grassi, mentre gli uomini sono più portati a consumare carne rossa e ad assumere porzioni più abbondanti. Le donne, per prime devono essere coscienti dell’importanza della loro funzione educativa e di madre, promuovendo le migliori scelte alimentari per la famiglia nell’ottica di prevenire quelli che domani si potrebbero manifestare come disturbi alimentari”.