Il giovane regista iraniano Ali Shams, che durante i suoi studi a Roma International Theatre Festival, lo spettacolo Fattorie degli umani.
Lo spettacolo si propone di raccontare la tragedia di Raqqa, dove i miliziani dellIsis proprio come i mongoli facevano un tempo, scatenano giorno dopo giorno un circolo indomabile di violenza. In realtà lIsis non viene mai citato esplicitamente, ma la familiarità del loro modo di agire, della loro calcolata freddezza risulta familiare nella recitazione del clabrese Aleandro Fusco e del torinese Paolo Cardano. Ad uno dei due viene tagliata la lingua e per questo entra in scena anche Parisa Nazari, traduttrice in italiano del testo di Ali Shams, nonché interprete in persiano dei pensieri del muto.
Un grande tavolo rotondo fa da scenografia con pochi oggetti simbolici: la sfera di un mappamondo; un frullatore che evoca un mulino a vento sullEufrate e lorrore di vittime triturate; povere cose lasciate dai profughi in fuga.
“I mongoli di 700 anni fa come l’Isis di oggi – spiega il ventinovenne regista – servono a raccontare qualcosa di più grande come la violenza nella storia. Che, come accade sui media, dissolve le identità degli individui in numeri, in migliaia di morti o in milioni di profughi: una dissoluzione che potrebbe accadere a ciascuno di noi”. Quanto alla scelta di una voce femminile per le parole del muto, sempre pacata benché chi la interpreta non si tolga mai del tutto il passamontagna nero del miliziano, “è come la melodia della donna – risponde – che non riesco a vedere associata alla violenza”.
Fattorie degli umani prodotto da Don Quixote Theatre e da Teatro Sala 1 di Roma, sarà presentato a Marzo e tenterà di trasportare i presenti allinterno di fatto storici realmente accaduti e riflessioni riguardanti lanimo umano.
ha raccolto una compagnia di attori italiani e iraniani presenterà oggi a Teheran, al Fajr.