ALBANO, COMITATO NO INC COSTITUITO “AD OPPONENDUM” AL TAR DEL LAZIO CONTRO COEMA

Si terrà domattina venerdì 18 luglio alle ore 9, la doppia udienza per il comitato No Inc, al tar Lazio e al Tribunale penale. Neanche il tempo di archiviare la lunga 3 giorni del Dis-Camping 2014 che altre due iniziative, questa volta giudiziarie, coinvolgeranno di nuovo il popolo No-Inc. D

omattina, il primo appuntamento è fissato per le ore 9 in punto al 1° piano della palazzina A del Tribunale penale di piazzale Clodio di Roma per la terza udienza dello storico “processo Cerroni”. Contemporaneamente, nel senso letterale del termine, presso la sezione terza-ter del Tar del Lazio, si terrà la prima udienza del procedimento amministrativo del Consorzio Coema di Cerroni, Ama e Acea che pretende ancora dalla Stato Italiano 500 milioni di euro di soldi pubblici (Cip-6/92) per costruire l’Inceneritore di Albano. Il 27 marzo, difatti, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il GSE, Gestore dei Servizi Energetici, dopo 4 infuocati incontri con una delegazione del Comitato No Inc, hanno finalmente annullato la famigerata “convenzione preliminare Coema – Gse” di giugno 2009. Si tratta del contratto, tenuto a lungo nascosto, su cui il No Inc riuscì a mettere le mani solo dopo l’intervento della deputata M5S Federica Daga ed altri 7 colleghi. La convenzione preliminare Coema-GSE si fondava, come ricorderete, su una cantierizzazione “fittizia” del Coema del 29 dicembre 2008 che nella realtà non ha mai avuto luogo ma utile in ogni caso ad accaparrarsi i soldi pubblici in scadenza al 31 dicembre 2008 per via di norme U.E.. Cantierizzazione “fittizia” avvenuta solo grazie alla contestatissima ordinanza di Piero Marrazzo n.Z-0003 del 22 ottobre 2008 annullata sia dal Tar del Lazio sia dal Consiglio di Stato e finita ora sotto la lente d’ingrandimento dei giudici penali di piazzale Clodio perché sarebbe stata “dettata” all’ex Presidente della Regione Lazio Piero dall’ex avvocato del Gruppo Cerroni, Avilio Presutti. E’ così che il Coema ha presentato, nei giorni scorsi, un ricorso amministrativo al Tar del Lazio per chiedere ai giudici la cancellazione dell’atto di annullamento della convenzione preliminare sottoscritto dal Ministero dello Sviluppo Economico e del GSE e per pretendere non solo di stipulare quanto prima una “convenzione definitiva” tra le parti ma anche e soprattutto che gli venga riconosciuto subito l’accesso ai 500 milioni di euro di soldi pubblici per avviare il cantiere. Il Comitato No Inc, appena appresa la notizia, si è costituito “ad opponendum” nel procedimento amministrativo n. 7688/2014 allegando alla propria memoria una serie di atti che attestano oltre alla totale infondatezza delle tesi sostenute dal Coema, anche la pericolosa contiguità di rapporti che ha legato alcuni Enti pubblici alle società della “galassia Cerroni” e, in modo particolare, all’amministrazione Comunale di Albano Laziale guidata dal sindaco Nicola Marini che, non a caso, ha deciso di non costituirsi nella complessa vicenda giudiziaria. Nonostante un capo d’imputazione del processo penale a rito immediato in corso di svolgimento sia relativo proprio ai fondi pubblici CIP-6/92: “I soggetti di volta in volta indicati e nelle rispettive qualifiche, al fine di far conseguire al consorzio CO.E.MA. un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente da un lato nella possibilità di costruire e porre in esercizio un impianto di incenerimento e dall’altro nell’evitare allo stesso CO.E.MA. la perdita dei contributi pubblici  per energie rinnovabili denominati “CIP 6”, da erogarsi in favore di detto impianto da parte del GSE (Gestore Servizi Energetici), perdita che sarebbe derivata dal mancato inizio della sua realizzazione in data successiva al 31 Dicembre 2008, termine ultimo di applicazione del detto regime di incentivazione pubblica (sostituito per effetto della L.244/2007 con i c.d. “certificati verdi”)”