La prima grande esposizione che vede come protagonista l’artista ceco, è curata da Tomoko Sato ed organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Mucha.
Circa 200 le opere accostate negli spazi allestiti del Vittoriano, tra dipinti, manifesti, disegni, opere decorative, lo spettatore potrà trovarsi dinnanzi alle numerose significative opere della sua copiosa produzione come il Manifesto di Sarah Bernhardt, oppure i disegni preparatori degli arredi della Boutique Fouquet.
Per le convinzioni politiche di Mucha, che auspicava in un’indipendenza politica delle terre ceche e delle regioni slave, è significativa l’Epopea Slava, una serie di grandi dipinti che descrivono la storia del popolo slavo, opera che viene completata e presentata a Praga nel 1928.Opera, nella quale viene racchiuso tutto l’amore dell’artista per la propria patria e per gli ideali utopici, che si rispecchiavano in un’universalità dell’arte, capace di comunicare ed ispirare il mondo intero.
Sempre più ricorrenti le immagini femminili in abiti dal taglio neoclassico, sensuali e talvolta intrise di erotismo, circondate da motivi floreali che formano cornici geometriche, che rendono immediatamente riconoscibile l’artista. Lo Stile Mucha, infatti, lo ha reso unico, modernista appunto, eterno simbolo dellArt Nouveau.
Nel 1904, durante una visita negli Stati Uniti, i mass media salutarono in Mucha il più grande artista decorativo del mondo.