Parte oggi in via ufficiale il percorso per decretare il segretario del Partito Democratico. Le primarie iniziano con le dimissioni del segretario reggente, Maurizio Martina, che le rassegnerà nella segreteria convocata questo pomeriggio per le 18. Dimissioni che erano, in realtà, già state annunciate sabato e domenica scorsi in occasione del Forum di Milano, dove Martina aveva specificato che il suo mandato era concluso e che quindi si chiudeva una fase. A sgombrare il campo da equivoci e dal rischio del rinvio delle primarie, Martina ha “blindato” nel passato fine settimana la convocazione dellassemblea dei mille delegati. Anche se formalmente spetta al presidente del partito Matteo Orfini riunire quel “parlamentino” – dove le dimissioni del segretario saranno accolte e sarà insediata la commissione per il congresso – Martina ha già indicato nell11 novembre la data “buona”.
Oggi la segreteria sarà dem al gran completo e chi non potrà partecipare per impegni come Matteo Ricci, il sindaco di Pesaro e responsabile enti locali, sarà collegato via Skype. Martina, oggi pomeriggio, non scioglierà la riserva sulla sua candidatura alle primarie. Ma colloqui e incontri nella giornata di ieri stanno a dimostrare che ci sta pensando seriamente. Anche Marco Minniti, pressato dai renziani, dovrebbe trarre il dado prima della riunione della corrente di Matteo Renzi, prevista a Salsomaggiore per il 9 e 10 novembre.
Dopo tanti rinvii, infatti, la riunione di Salsomaggiore si farà e Renzi detterà direzione e compagni di strada in vista delle elezioni europee. Liniziativa politica dei renziani sarà tutta in chiave precongressuale e cercherà di evitare il rischio di una frammentazione. Se infatti buona parte dei renziani punta su Minniti, altri sembrano più propensi ad appoggiare uneventuale candidatura del segretario uscente Martina. Si parla di un endorsement di Graziano Delrio.
Finora il candidato certo alla segreteria è Nicola Zingaretti, il governatore del Lazio che punta a una discontinuità, dopo la pesante sconfitta del Pd alle politiche del 4 marzo che hanno consegnato il paese ai populisti e alla destra. Zingaretti è partito con la campagna elettorale, i comitati “Piazza Grande” e un manifesto di programma e di valori.
Pronti a candidarsi sono anche Francesco Boccia, lex presidente della commissione Bilancio, vicino al governatore della Puglia, Michele Emiliano; Matteo Richetti; il giovane Dario Corallo. Anche Debora Serracchiani ci sta pensando ma se scendono in gara tre pesi massimi come Zingaretti, Minniti e Martina, lex governatrice del Friuli Venezia Giulia rinuncerà.