AIUTATEMI: IL MIO LOCALE VA ALL’ASTA, E NON MI PERMETTONO DI SALVARLO LAVORANDO

Mente i nostri politici proseguono la loro campagna elettorale ’ad effetto’, infarcita di promesse e buoni propositi, nel Paese i piccoli imprenditori ed i commercianti continuano invece a ’combattere’, spesso in piena solitudine, la loro battaglia contro le difficoltà economiche di ogni giorno. Ne sa qualcosa la signora Sonia di Torvajanica, che 11 anni fa ha avuto ’il coraggio’ di affrontare un mutuo di 96mila euro, per rilevare un locale commerciale tuttavia, avendo improvvisamente perso il lavoro, per due anni non è riuscita ad ottemperare i suoi impegni. Inesorabile, è così scattata la procedura esecutiva immobiliare. Quando il suo destino sembrava ormai segnato, racconta la donna, “a salvarmi dal baratro è stato l’intervento di Sos Impresa (associazione contro l’usura,ndr), e il grande aiuto dei Monopoli per l’acquisto di una licenza, quella per la tabaccheria, pagata con le entrate dell’attività. Grazie a risultati economici insperati e la ritrovata tranquillità familiare – prosegue la donna – ho potuto fare un accordo, dando subito 10mila euro e mille euro al mese per due anni, ma non ho i soldi per la maxi-rata finale. Potrei pagarla solo dilazionata”. Ma Sonia non aveva fatto i conti con le prodeure burocratiche: a lei non infatti possbile accedere a nessun tipo di finanziamento in quanto, proprio 11 prima, era stata segnalata come cattiva pagatrice. “Sono sincera alle aste, il bollettino è pubblico, ho anche incontrato chi ’mi ha offerto di salvare l’immobile’, ma ho sempre detto di no perché ho deciso di vivere nella legalità e nel rispetto di me stessa”, spiega la donna disperata. Tutto quella che chiede in fondo è solo di poter pagare, non soldi. Al cronista dell’agenzia di stampa AdnKronos, affiancata da Gabriella Sensi di Sos Impresa, ribadendo di aver scelto la legalità, Sonia afferma che “non voglio dover ricorrere a quelle persone che mi hanno avvicinato, offrendomi il loro aiuto”. Purtroppo però il tempo stringe, il prossimo 25 gennaio infatti, la sua tabaccheria andrà all’asta il 25 gennaio, dopo che la precedente, lo scorso 5 ottobre, è andata deserta. “La mia è un’attività familiare – raconta la donna – ci viviamo in sei e finora, grazie a risultati economici insperati, sono riuscita a saldare le rate del mio debito, mille euro al mese per due anni, pagando sempre anche un giorno prima della scadenza”. Ciò che le manca è la maxi-rata finale: 110mila euro. Per lei l’unica soluzione possibile è quella di poter saldare con l’incasso della tabaccheria. Come spiega la sensi, di Sos Impresa, “Abbiamo chiesto l’applicazione della legge 3/2012, la cosiddetta ’salva-suicidi’ per creare un piano per la ristrutturazione del debito e fermare la vendita del locale, che da’ da vivere a tutta la sua famiglia”. Dal canto suo, spiega l’avvocato Ortensia Ebner, al fascicolo “mancano dei documenti che ho già richiesto, ma ancora non sono arrivati”, dunque, aggiunge io legale, “c’è poco da sperare perché è tardi” e “il più delle volte al tribunale di Velletri queste procedure non vanno avanti a differenza di altri in tutta Italia tra cui anche quello della vicina Latina”.
M.