Licenziamenti collettivi per 1363 dipendenti di Air Italy. A comunicarlo è stata ieri la compagnia aerea in liquidazione che, scrive, “si trova nella necessità di procedere a una riduzione collettiva di personale riguardante tutti i dipendenti a tempo indeterminato della Società, 1383 di cui 6 dirigenti, facenti capo alle sedi, uffici e basi, siti presso gli aeroporti di Olbia, Malpensa, Linate, Roma Fiumicino, Firenze e Napoli, al termine del periodo di integrazione salariale straordinaria” e questo “a causa della intervenuta definitiva cessazione di ogni e qualsivoglia attività svolta dalla società, della quale è già stata da tempo deliberata la messa in liquidazione”.
Le ragioni dell’esubero, informa Air Italy in una lettera inviata ai sindacati visionata dall’Adnkronos, “sono l’intervenuta definitiva cessazione di ogni attività d’impresa svolta dalla società, in liquidazione sin dall’11 febbraio 2020, nonché l’imminente cessazione del periodo di fruizione del trattamento di cassa integrazione straordinaria, che scadrà il 30 giugno 2021”. “In particolare, in data 11 febbraio 2020 si è tenuta l’assemblea straordinaria della Società nel corso della quale è stata illustrata la situazione patrimoniale della stessa. Dai prospetti contabili al 30 novembre 2019, emergeva una perdita complessiva di euro 356.748.123, che si aggiungeva ad una riserva negativa di ben euro 841.787, a fronte di riserve per complessivi 263.940.554,89 euro e del capitale sociale sottoscritto e versato per euro 133.913,25. La società si è dunque trovata in una delle fattispecie previste dall’art 2447 c.c. in quanto il capitale sociale si è ridotto al di sotto del minimo legale e il socio unico Aqa Holding S.p.A. ha deliberato di non ricostituirlo”.
Tale situazione ha determinato l’avverarsi della causa di scioglimento della società che è stata posta in liquidazione con la nomina di due liquidatori. A seguito e quale effetto della messa in liquidazione, con lettera del 27 febbraio 2020, inviata il 3 marzo 2020, Air Italy ha avviato una procedura di licenziamento collettivo riguardante tutti i dipendenti a tempo indeterminato, inclusi i dirigenti. La procedura di licenziamento collettivo si concludeva – dopo un periodo di sospensione di 5 mesi, imposto dai provvedimenti legislativi emessi in considerazione dell’emergenza epidemiologica legata al Covid 19 – con la sottoscrizione di un accordo sindacale, che prevedeva che al termine del periodo di fruizione del trattamento di integrazione salariale straordinario, nel frattempo reso disponibile per le aziende operanti nel settore del trasporto aereo, sarebbero stati intimati i licenziamenti di tutti i residui dipendenti.
Nello specifico, il trattamento straordinario di integrazione salariale in favore delle aziende operanti nel settore aereo, che hanno cessato l’attività produttiva nel corso del 2020, è stato chiesto, ed ottenuto, dalla società per 10 mesi (periodo massimo disponibile) con decorrenza dal 1° settembre 2020 e scadenza al 30 giugno 2021.
Nel periodo intercorrente tra la messa in liquidazione e la data odierna, riferisce ancora la compagnia, l’attività aziendale è completamente cessata e tutti gli aeromobili della flotta sono stati messi a terra e restituiti ai Lessors (gli ultimi due aeromobili B737-8 Max Eigfy e B737-8 Max EI-Gdk, a causa di ritardi nella riparazione dei motori, verranno restituiti a maggio 2021).
La società sta completando le residue attività legate alla liquidazione, concludendo, tra l’altro, la vendita dei beni mobili di proprietà, sia facenti parte del comparto manutentivo, sia facenti parte dei beni legati ai servizi di bordo (ad esempio, materiali per la manutenzione, attrezzature, materiali di consumo, coperte, cuscini, trolley, etc.), operazione che si prevede terminerà entro il 30 giugno 2021. Nel periodo intercorrente tra la messa in liquidazione e la data odierna si sono registrate circa 110 risoluzioni e cessazioni del rapporto di lavoro.
“Pertanto, al termine del periodo di fruizione del trattamento di integrazione salariale (30 giugno 2021), la società si troverà inevitabilmente in una situazione di eccedenza occupazionale riguardante tutti i residui dipendenti ancora in forza a tale data, tutti come detto in esubero, considerata la cessazione definitiva di ogni attività d’impresa” conclude la compagnia.
“Non possiamo accettare che lo scempio prodotto dagli azionisti di Air Italy, a suo tempo da noi denunciato nell’indifferenza più totale delle Istituzioni, venga pagato dai lavoratori”. “I liquidatori della compagnia si fermino immediatamente, blocchino i licenziamenti e convochino un incontro per attivare la cassa integrazione guadagni in deroga con causale covid, strumento messo a disposizione dal welfare italiano per contenere gli effetti della crisi drammatica in atto nel Paese senza comportare oneri per l’azienda”, affermano le segreterie nazionali delle Federazioni dei Trasporti.
“Abbiamo chiesto subito – proseguono Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo – un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per individuare soluzioni industriali atte a garantire un futuro ai lavoratori di Air Italy a sostegno della vertenza e per rappresentare direttamente al Ministero la gravità e l’urgenza della situazione in cui versano i lavoratori. Inoltre abbiamo indetto una manifestazione per il giorno 14 aprile presso il Mise per denunciare la crisi insostenibile per il settore che sta avendo conseguenze drammatiche sulle compagnie aeree”.
“Le regioni Lombardia e Sardegna, territori sui quali ricade in maniera preponderante l’impatto delle decisioni sulla compagnia – chiedono le organizzazioni sindacali – devono mantenere gli impegni assunti e partecipare all’individuazione di soluzioni industriali adeguate. Noi non abbandoneremo i lavoratori di Air Italy e tantomeno devono farlo le istituzioni territoriali e nazionali”.