MUSICA

Ai Wei Wei all’Opera di Roma, firmerà ‘Turando

“Credo sia indispensabile oggi programmare un teatro attento a tutti i fermenti artistici contemporanei, e sempre alla ricerca del nuovo. E così, volendo proporre nella prossima stagione una nuova regia di un lavoro amatissimo come Turandot, ho ritenuto che la rilettura attuale da parte di uno degli artisti contemporanei più affermati, Ai Weiwei, nato e cresciuto in Cina, potesse risultare di grandissimo interesse. Del resto il Teatro dell’Opera di Roma, fin dalla sua nascita nel 1880, ha avuto nel proprio Dna il dialogo con le arti e gli artisti contemporanei. Nei primi decenni del Novecento, sono stati qui Picasso, Cocteau e Bakst, negli anni Sessanta altri celebri nomi come De Chirico, Cagli, Scialoja, Manzù, Kokoschka, Guttuso e Calder. Con questo progetto il nostro teatro continua dunque un dialogo ininterrotto tra l’opera e i grandi artisti internazionali”.
Così il sovrintendente Carlo Fuortes stamane ha annunciato la collaborazione con il noto ‘genio’ cinese, Ai Wei Wei, chiamato dall’Opera di Roma a ‘griffare’ la ‘Turandot’ di Puccini, prevista all’Alfieri per il Marzo 2020.
per il Teatro dell’Opera di Roma.
Nella Capitale per presenziare all’importante annuncio, dopo aver visitato gli ambienti del Teatro Ai Wei Wei ha confidato che “Non avrei accettato l’invito ad occuparmi di una regia lirica. In primo luogo, perché mi sento piuttosto lontano dalla musica. Due sono gli aspetti che però mi hanno convinto. Uno generale, perché credo che l’opera racconti comunque la contemporaneità, i problemi culturali e politici di oggi narrati, in questo caso, attraverso ‘Turandot’. L’altro motivo per cui sono legato proprio a quest’opera è che circa 30 anni fa mio fratello ed io eravamo a New York, giovani e squattrinati studenti. C’era un’occasione di fare le comparse al Met: l’opera era la ‘Turandot’, regia di Zeffirelli. E questo me la rende familiare”.
M.