(Adnkronos) – Nonostante il contemporaneo aumento delle importazioni (+11,8%), nel 2021 il saldo della bilancia commerciale si è mantenuto per il secondo anno di fila positivo, con un surplus di 3,5 miliardi di euro, dopo essere stato a lungo in deficit. Al risultato, sottolinea l’Ismea, ha contribuito esclusivamente l’industria alimentare, mentre il settore agricolo ha peggiorato di circa 1 miliardo di euro il proprio disavanzo, che ha raggiunto il valore di 8,5 miliardi di euro.
Guardando alle principali destinazioni dell’export nazionale, l’Ue si conferma il mercato più importante per i prodotti agroalimentari italiani, con 29,3 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 56% delle esportazioni complessive del settore (+12% sul 2020). Più nel dettaglio, risultano in forte crescita le spedizioni verso la Germania (+8,2%), primo paese cliente italiano in assoluto con circa 8,5 miliardi di euro di vendite e la Francia (+8,4%), che assieme assorbono il 27% dell’export nazionale. Da segnalare anche il forte incremento delle esportazioni verso Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Belgio.
Nello stesso anno le spedizioni verso i Paesi extra-Ue sono cresciute dell’11,5% attestandosi a circa 23 miliardi di euro; gli incrementi più significativi si osservano per Cina (+26,8% per poco più di 643 milioni di euro) e Usa (+14,8% per 5,6 miliardi di euro). L’analisi dei dati per comparto produttivo evidenzia per i “cereali, riso e derivati” una crescita annua del 7,1% con 7,8 miliardi di euro nel 2021, da ricondurre in gran parte ai prodotti della panetteria, pasticceria e biscotteria. Al contrario, cedono gli invii di paste alimentari secche (-6,2% per 2 miliardi di euro) e di riso lavorato/semilavorato (-2,3% per 529 milioni di euro), dopo gli ottimi risultati del 2020.