(Adnkronos) – Tutte le regioni e le province italiane hanno una ricaduta economica dovuta alle filiere dei prodotti Dop Igp, che esprimono un patrimonio dei territori per loro natura non delocalizzabile. Le prime cinque regioni che superano 1 miliardo di valore economico delle filiere Ig sono Veneto (3,7 mld di euro), Emilia-Romagna (3,3 mld euro), Lombardia (2,1 mld euro), Piemonte (1,4 mld euro) e Toscana (1,15 mld euro). A evidenziarlo è il XIX rapporto Ismea-Qualivita.
Dopo un 2019 che aveva mostrato una crescita per ben 17 regioni su 20, nel 2020 il calo del -2,0% del valore complessivo del comparto si spalma su oltre la metà delle regioni e solo in sette si registra una variazione di segno positivo. Interessante è il dato per aree territoriali: se le quattro regioni del Nord-Est si confermano traino rappresentando oltre la metà del valore complessivo nazionale del settore Dop Igp (53%), solo l’area “Sud e Isole” mostra un incremento complessivo del valore rispetto all’anno precedente (+7,5%), con crescite importanti soprattutto per Puglia (+24%) e Sardegna (+12%). Buoni risultati anche in Trentino-Alto Adige (+8,4%) e Piemonte (+2,7%), mentre le prime tre regioni in assoluto per valore segnano tutte un calo.
Il Veneto si conferma la prima regione con 3,70 miliardi di euro, seguito da Emilia-Romagna con 3,26 miliardi e Lombardia con 2,07 miliardi. Nel comparto Cibo Emilia Romagna e Lombardia guidano e la Campania si conferma terza regione con buoni risultati su base annua. Nel comparto Vino il Veneto traina, seguito da Piemonte e Toscana; grande crescita per la Puglia. Il rapporto analizza anche l’impatto economico a livello provinciale: Treviso, Parma e Verona guidano la classifica provinciale con valori superiori al miliardo di euro. Nel comparto Cibo le prime tre province, seppure in calo, si confermano quelle della “Food Valley” emiliana. Nel Vino trainano Treviso e Verona (oltre un miliardo), cui seguono Cuneo e Siena (oltre mezzo miliardo).