La sostenibilità dei sistemi agroalimentari si rende sempre più necessaria considerando il ruolo centrale che svolgono nel raggiungimento degli obiettivi internazionali, primo fra tutti quello di provvedere al fabbisogno alimentare della popolazione mondiale che aumenterà di circa il 25% nei prossimi 30 anni, raggiungendo un totale di 10 miliardi di persone. E quindi, occorre limitare la produzione di emissioni nocive, rappresentando i sistemi agroalimentari circa un terzo della produzione mondiale di gas climalteranti. E’ quanto emerge dal report “Moving towards sustainable agri-food systems: analysis and strategic scenarios”, svolto sotto il coordinamento di Think Tank, che raccoglie una prefazione di Cdp e tre paper sul tema centrale del “Finance in Common Summit”: la sostenibilità nei sistemi agroalimentari che è in corso a Roma e ospitato da Cassa Depositi e Prestiti.
Un aiuto proviene dalla crescente digitalizzazione e dall’utilizzo delle piattaforme digitali private: gli attori del sistema agricolo stanno implementando per efficientare i prodotti e, soprattutto, i processi dei sistemi agroalimentari, in questo contesto, anche i giganti delle piattaforme globali come Amazon, Google e Microsoft stanno esplorando come entrare nel sistema agroalimentare. Tuttavia, per cogliere tali opportunità ed evitare distorsioni – analizza il report- il settore pubblico e le Banche pubbliche di sviluppo devono assicurare infrastrutture adeguate e una gestione equa dei dati per garantire che il valore creato non sia completamente monopolizzato dagli attori più potenti nella catena di produzione.
Le Banche Pubbliche di Sviluppo, che insieme alle Development Finance Institution detengono un totale attivo di 11,5 mila miliardi di dollari, svolgono un importante ruolo come catalizzatori di risorse e promotori di strumenti finanziari innovativi. Tuttavia, risultano ancora necessari miglioramenti nei processi, nella gestione del rischio e nei meccanismi contabili e di responsabilità.
Le piattaforme forniscono non solo strumenti, ma anche risorse e opportunità, per generare innovazioni che possono avere impatti positivi in termini ambientali, come la riduzione dell’utilizzo di sostanze chimiche dannose e una minore erosione del suolo e sociali (ad esempio, aumentare il reddito dei coltivatori).