L’agricoltura nella fase post covid dovrebbe essere caratterizzata da “una forte impronta identitaria che sappia rimarcare quella che è l’importanza di avere radici italiane non solo per quanto riguarda il mondo dell’impresa ma soprattutto per quanti riguarda i prodotti”. E’ l’auspicio di Paolo Borchia, membro della Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento Europeo, intervenuto al workshop “Le filiere integrate per il rilancio del Paese” che si inserisce nell’ambito dell’iniziativa “Filiere integrate” che The European House – Ambrosetti ha lanciato con il supporto di Philip Morris Italia.
“Quella del tabacco – ha proseguito – rappresenta una filiera molto importante che tanto è stata in grado di dare anche al Pil sia nazionale che europeo. Chiaramente non possiamo dimenticare che lo sviluppo deve essere in grado di essere sostenibile ma anche di coniugare una certa innovazione, in una fase storica in cui anche l’Unione Europea sta investendo con una certa decisione e, ci auguriamo anche con un buon valore aggiunto finale, sull’innovazione e sulla digitalizzazione applicata anche al comparto agroalimentare”.
“Ritengo – ha osservato – che tutta la filiera del tabacco debba necessariamente passare da un’imprescindibile valorizzazione delle risorse umane e, dal punto di vista ambientale, prestare attenzione alla risorsa idrica. Non dimentichiamo neppure quelle che sono le altre conseguenze in termini di indotto, pensiamo ad esempio alle eccellenze italiane nell’ambito della produzione dei macchinari. Quando una filiera è in grado di occupare trentamila persone in un Paese, generando circa un miliardo di Pil tra ricadute dirette e indotto, la politica deve sentire il dovere morale di accompagnare questi processi e soprattutto far sì che non diventino casi isolati ma che, al contrario, siano in grado di dare un messaggio che l’Italia è ancora attrattiva sia a livello industriale che a livello di industria agroalimentare”.
“Il Covid ci deve far riflettere su quella che sarà l’eredità che troveremo alla fine di questa pandemia. – ha concluso Borchia – Una pandemia che è iniziata come crisi sanitaria e che poi successivamente ha avuto forti implicazioni dal punto di vista economico e sociale. Per questo ritengo che quanto messo in campo da Philip Morris mi auguro rappresenti un precedente che sia in grado di aprire un solco e che poi possa essere seguito da altre realtà imprenditoriali italiane”.