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Aggressioni agli infermieri, il Nursing Up: “Raccogliamo il grido d’allarme dell’Unione Autonoma degli Operatori Sanitari” 

Non possiamo ignorare il grido di aiuto che ci arriva in queste ore direttamente dalla Toscana, dove l’Unione Autonoma degli Operatori Sanitari lancia l’ennesimo allarme violenze, dopo l’ultimo vergognoso episodio, che ha visto un infermiere, nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio scorso, subire una triste aggressione, addirittura da parte di due pazienti in evidente stato di agitazione, all’interno del reparto di psichiatria del San Luca di Lucca”.

Inizia così l’ennesima denuncia espressa da Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up

Aggressioni agli infermieri, il Nursing Up: “Ancora una volta sono i nostri professionisti a subire le ritorsioni delle enormi lacune di un Sistema Sanitario letteralmente allo sbando”

Come spiega il sindacalista: “Alla base, come spesso accade, ci sono le ormai croniche carenze strutturali, che gli operatori sanitari pagano a caro prezzo sulla propria pelle: uno degli aggressori, soggetto a rischio, doveva infatti essere trasferito in un Rems, e ciò non è di fatto avvenuto per mancanza di posti. Ancora una volta sono i nostri professionisti a subire le ritorsioni delle enormi lacune di un Sistema Sanitario letteralmente allo sbando da Nord a Sud. Siamo le vittime della disorganizzazione che non può, non deve diventare, la mediocrità a cui fare l’abitudine”.

Aggressioni agli infermieri, il Nursing Up: “La presenza di forze dell’ordine, nonostante i proclami del Viminale, è ancora sporadica e non certo concentrata negli ospedali con bacino di utenza più ampio”

Oltretutto, incalza De Palma, “Leggi da tempo inefficaci ad arginare questi drammatici fenomeni alla radice, presenza di forze dell’ordine, nonostante i proclami del Viminale, ancora sporadica e non certo concentrata negli ospedali con bacino di utenza più ampio, e, certamente, non ultimo, quel preoccupante fenomeno della mala cultura che trasforma noi infermieri nei nemici, nei capri espiatori, ad esempio, nei ritardi di un intervento in un pronto soccorso congestionato, senza rendersi conto che nelle aree triage di tanti ospedali italiani, a causa della carenza di personale, spesso un infermiere si ritrova a gestire da solo fino a 20 pazienti. E allora basta un diniego, legittimo, da parte di un operatore sanitario, per un gruppo di parenti esagitati che vogliono visitare un congiunto fuori orario, oppure accade che l’infermiere, come in questo caso, si trova a subire la rabbia fuori controllo di pazienti a rischio, la cui condizione andava gestita con strumenti ben diversi”.

Aggressioni agli infermieri, il Nursing Up: “Da lungo tempo nel Paese persiste un clima di paura e di angoscia che affligge i nostri professionisti!”

Ci vuole un attimo per ritrovarsi con un pugno in pieno volto, con una aggressione addirittura di gruppo, e i dati INAIL confermano che sono le nostre donne, le nostre infermiere, a subire maggiormente le violenze fisiche e psicologiche”. Insomma, denuncia il responsabile del Nursing Up, persiste “Un clima di paura e di angoscia che affligge i nostri professionisti! E come sostiene l’Unione Autonoma degli Operatori Sanitari, non si può negare che sia proprio il sommerso ad essere il micromondo più pericoloso, più preoccupante, quello dai contorni più nebulosi”.

Aggressioni agli infermieri, il Nursing Up: “Tanti, troppi infermieri hanno timore a denunciare, subiscono violenze che restano avvolte nel più drammatico dei silenzi”

Oltretutto, continua De Plama, “Tanti, troppi infermieri hanno timore a denunciare, subiscono violenze che restano avvolte nel più drammatico dei silenzi. Noi del Nursing Up, da tempo, invitiamo i nostri colleghi a raccontare gli abusi che subiscono, e molte volte ci siamo detti pronti a sostenerli anche in battaglie legali dove la responsabilità indiretta dei datori di lavoro è palese. Governo, Regioni, Aziende Sanitarie devono tutelare la nostra incolumità, devono farlo adesso!

Aggressioni agli infermieri, il Nursing Up: “Le conseguenze dei pugni, dei calci, degli spintoni, si traducono non solo nell’aggravarsi della carenza di personale, ma anche in patologie”

Non deve inoltre essere ignorato che, “Le conseguenze dei pugni, dei calci, degli spintoni, si traducono non solo nell’aggravarsi della carenza di personale che resta a casa e si aggiunge a quello che già manca all’appello, ma l’esplosione di vere e proprie patologie come la sindrome di Burnout – argomenta il segretario del Nursing Up –  che priva i nostri professionisti della necessaria serenità per svolgere con lucidità il proprio delicato compito, mettendo a rischio, di fatto, la qualità delle cure e dell’assistenza verso i cittadini.

Dunque, annuncia De Palma, “Siamo pronti, nel caso dell’Unione Autonoma degli Operatori Sanitari, a scendere nelle piazze al loro fianco, nei territori più a rischio, a organizzare nuovamente, come in passato, campagne ad hoc per sensibilizzare l’opinione pubblica, ricordando alle istituzioni che non possono e che non devono abbandonarci al nostro destino, e per far comprendere a certe categorie di cittadini che gli infermieri, e come loro qualunque altro operatore sanitario, non sono i nemici da combattere”.

Max