(Adnkronos) – “L’Africa è il Continente che oggi esprime le maggiori potenzialità e prospettive di crescita”, sul piano demografico, sociale ed economico, quindi per l’Europa e per l’Italia rappresenta “un partner indispensabile e fondamentale”, con il quale “progettare insieme le forme di sviluppo del futuro”. E’ su queste premesse, più volte sottolineate e particolarmente negli ultimi mesi, che si fonda la Visita di Stato in Kenya del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in programma dalla serata di lunedì prossimo, 13 marzo, a giovedì 16.
Il sesto Paese dell’area subsahariana visitato dal Capo dello Stato tra l’attuale e il precedente mandato, che rappresenta un modello virtuoso da un punto di vista istituzionale, politico ed economico, pur con le luci e le ombre che inevitabilmente accompagnano lo sviluppo e il progresso in queste aree del mondo.
Una forma di devolution che riconosce spazi di autonomia ai territori regionali e garantisce un equilibrio tra le varie etnie, così da superare senza particolari traumi elezioni particolarmente combattute come quelle che l’estate scorsa hanno visto William Ruto ottenere la presidenza battendo in un serrato testa a testa il rivale e storico leader dell’opposizione Raila Odinga.
Va poi segnalato il ruolo di stabilizzatore, mediatore e negoziatore svolto dal Kenya nelle numerose crisi che si registrano nel Corno d’Africa, a partire dall’azione dell’ex presidente Uhuru Kenyatta, inviato in Etiopia e regista del dialogo tra Governo e il Fronte di difesa del Tigray, culminato negli accordi di Pretoria. Una mediazione cui si aggiunge quella che sempre il Kenya sta svolgendo nella Repubblica democratica del Congo, lacerata soprattuto nella parte orientale da conflitti con gruppi terroristici.
Oltre ai tentativi di superare le tensioni con la Somalia, legate all’azione dell’irredentismo somalo ai confini tra i due Paesi e ad un contenzioso sulla delimitazione del territorio marino dove insistono giacimenti petroliferi. Senza dimenticare, infine, il dialogo intrapreso con l’Eritrea per consentirle di uscire da una condizione di isolamento e arretratezza.
Un’ampia rete di piccole imprese e di start up nei settori tecnologico e informatico (ad esempio il sistema di pagamenti elettronici M-Pesa sviluppato da Vodafone e dalla compagnia principale kenyota Safaricom) segnala una vivacità sul piano economico, tanto che si parla di Nairobi come Silicon Savannah. Fattori che consentono al Kenya di porsi come Paese a medio reddito nella classificazione della Banca mondiale.
Ne deriva una nuova declinazione dei progetti di cooperazione, dove l’aspetto meramente assistenziale di dipendenza perpetua risulta superato da un rapporto nel quale trovano maggiore spazio autonomia e reciprocità.
Prova tangibile alcune realtà come il Centro di formazione professionale di San Kizito, che Mattarella visiterà martedì pomeriggio, nato su impulso della Fondazione Avsi e ora capace di autofinanziarsi; di avviare i giovani non solo alle tradizionali attività artigianali, ma anche a settori nuovi e moderni tipo le fibre ottiche; e di implementare progetti imprenditoriali, come la produzione e la commercializzazione di mobili in collaborazione con ditte italiane.
Altra realtà che verrà sempre visitata dal Capo dello Stato, ultimo appuntamento della missione nella mattinata di giovedì, l’E4Impact accelerator, incubatore di imprese in formazione o in crescita, consorzio italiano guidato dall’omonima Fondazione presieduta da Letizia Moratti.
La visita di Mattarella avrà inizio martedì mattina a Nairobi con l’incontro con l’omologo kenyota William Ruto. In agenda economia, questioni legate alla stabilità e alla sicurezza dell’area, temi ambientali in generale con riferimento in particolare ai cambiamenti climatici, visto che Nairobi è la sede dell’Unep, il programma delle Nazioni unite per l’Ambiente, e che il Kenya è in prima linea nei fori internazionali a partire dalla prossima Cop di Dubai. Marginali invece i riferimenti ai problemi legati all’immigrazione, visto che il Paese non è all’origine di particolari flussi.
Verranno quindi firmati degli accordi bilaterali (ad accompagnare il Capo dello Stato ci sarà il viceministro degli Esteri con delega per l’Africa Edmondo Cirielli), in particolare un programma di cooperazione triennale con concessioni di crediti e doni per 100 milioni.
Un segno di attenzione, che si inserisce in una situazione complicata per un Paese che in poco tempo ha visto schizzare l’indebitamento da 17 a 70 miliardi di dollari e che proprio per questo è impegnato in prima linea per quanto riguarda i programmi di ristrutturazione del debito dei Paesi in via di sviluppo.
Mercoledì Mattarella sarà a Malindi, dove visiterà il Centro spaziale ‘Luigi Broglio’, nato su iniziativa dell’Agenzia spaziale italiana come base per il lancio di satelliti e ora utilizzato come centro di raccolta ed elaborazione dati, soprattutto nel campo dei cambiamenti climatici e anche per lo studio sugli animali in via di estinzione. Qui l’Italia svolge un’attività di formazione ed è l’unico Paese europeo ed occidentale tuttora presente.
Di nuovo a Nairobi, il Capo dello Stato nel pomeriggio sarà nell’ambasciata italiana, dove incontrerà la comunità dei connazionali, circa 2.100 presenze.
Giovedì mattina, ultimo giorno della visita, Mattarella sarà all’Università della capitale del Kenya, dove terrà una prolusione incentrata soprattutto sulle questioni ambientali. Quindi l’incontro all’E4Impact accelerator, prima del rientro a Roma. (di Sergio Amici)