Gli Stati Uniti sono “ben consapevoli del dichiarato desiderio dei talebani di vedere la missione” Usa in Afghanistan “completata per il 31 agosto” e “anche noi vogliamo completare la missione per il 31 agosto”. Così il portavoce del Pentagono, John Kirby, nel corso del briefing alla stampa ha risposto ad una domanda sulla “linea rossa” fissata dai talebani per la fine delle operazioni di evacuazione dall’aeroporto di Kabul e il ritiro definitivo delle truppe Usa.
Lo sforzo per “garantire” che l’accesso all’aeroporto di Kabul rimanga “fluido” e “sicuro” richiede che “le linee di comunicazione con talebani rimangano aperte”. Lo ha riferito il portavoce del Pentagono, John Kirby, nel corso del briefing alla stampa. Questa comunicazione, ha aggiunto, finora “ha funzionato bene”.
Il ponte aereo dall’aeroporto di Kabul “sta funzionando” e gli Usa “rimangono concentrati sulla fine del mese” per la fine delle operazioni di evacuazione. Kirby ha spiegato che se sarà necessario consigliare il presidente Joe Biden su una “proroga” della deadline del 31 agosto, i militari lo faranno, ma al momento “l’obiettivo” rimane la fine del mese di agosto.
Le forze aeree Usa stanno impiegando attualmente oltre 230 velivoli. I voli di evacuazione dovrebbero “aumentare in maniera significativa” nelle prossime ore, per poter rispettare la scadenza del 31 agosto. riferiscono fonti del Pentagono citate dal sito Defense One. Ci sarà un “significativo aumento nel numero di aerei da trasporto che andranno lì e nel volume e nel ritmo” delle loro operazioni, ha spiegato la fonte. Ad oggi, attraverso il ponte aereo allestito dalla US Air Force sono state evacuate dall’aeroporto di Kabul oltre 30mila persone. L’aeroporto è attualmente controllato dai marines e dai soldati della 10a Divisione di Montagna e della 82esima Divisione Aerotrasportata. Si stima che nei pressi dell’aeroporto di Kabul si trovino ancora 20mila persone che tentano di imbarcarsi sui voli Usa. Altre migliaia di cittadini Usa e di afghani sono invece ancora intrappolati nelle zone controllate dai talebani.
Gli Usa, ha ammesso Kirby, non hanno un “inventario” dell’equipaggiamento, delle armi e dei mezzi a disposizione dell’esercito afghano e che ora potrebbero essere “a rischio” di cadere in mano ai talebani. Tuttavia, prima della resa delle forze afghane ai talebani, una grande quantità di equipaggiamenti, armi e risorse erano stati ritirati dal Paese, o distrutti.