“Le ultime attiviste di Pangea si stanno imbarcando”. Lo fa sapere la onlus milanese attiva in Afghanistan su Instagram, dove documenta ciò che sta avvenendo.
“Tante persone sono ancora fuori dall’aeroporto di Kabul. Urlano e chiedono di essere salvate. Alcuni immersi nel canale putrido fanno di tutto per entrare e mettere in salvo i bambini. Sono tutti stremati”, si legge sul canale social di Pangea, a corredo delle foto scattate fuori dallo scalo.
Su Instagram la onlus riporta anche la testimonianza di L., 29 anni, una delle responsabili del progetto Pangea a Kabul, insieme a un’immagine del tramonto immortalata poco prima dell’imbarco: “Guardo questo tramonto in lacrime e penso che è l’ultimo che vedrò da Kabul: il mio paese dove ho sorriso, sono cresciuta e dove ho immaginato un mondo migliore per le generazioni future, dove ho sognato la pace. Tutti i miei sogni sono stati distrutti”.
“Sono molto triste per le ragazze della mia generazione, cosa ne sarà di loro?”, si chiede l’attivista, che prosegue: “Piango pensando a tutto il lavoro fatto con Pangea per i diritti e l’indipendenza delle donne in Afghanistan. Spero che tutte le persone siano al sicuro e che nessun talebano busserà alla loro porta, perché conosco la paura che si prova quando da innocenti si vive nascosti per non essere arrestati”.
“Sento il mio cuore spezzato. ma credo nell’umanità. La brutalità e la crudeltà non dureranno per sempre”, conclude la 29enne afghana, prima di mettersi in salvo.