CRONACA

Affari di famiglia, maxi-operazione contro il clan Senese. Ai domiciliari anche il fratello della senatrice Cirinnà

Questa mattina la Guardia di Finanza e gli agenti della Squadra Mobile di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Roma, nei confronti di 28 esponenti della famiglia Senese. Sono indagati di usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti. Viene contestata anche l’aggravante di aver agito con metodo mafioso. Dei ventotto destinatari dell’ordinanza sedici sono in carcere, sei ai domiciliari, sei con l’obbligo di dimora.

La maxi-operazione anticamorra, chiamata ‘Affari di famiglia’, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e ha portato al sequestro preventivo di beni e aziende per il valore di circa quindici milioni di euro.

Nel blitz sono stati impiegati circa duecento tra finanzieri e poliziotti, con l’esecuzione anche di perquisizioni, nelle province di Roma, Napoli, Verona, Frosinone, L’Aquila. Le indagini hanno riguardato le infiltrazioni del clan camorrista nel tessuto economico e commerciale della Capitale e di alcune zone del Nord Italia.

Il capo della famiglia, Michele Senese detto o’pazz, attualmente è in carcere a Catanzaro, dove sta scontando una condanna quale mandante dell’omicidio di Giuseppe Carlino, il “boss della Maranella”, ucciso nel 2001 a Pomezia. Anche da dietro le sbarre il ‘re di Roma venuto da Afragola’ continuava a coordinare le attività illecite della famiglia con l’aiuto del figlio Vincenzo.

In carcere anche Claudio Cirinnà, fratello della senatrice Pd Monica. A lui e al figlio Riccardo sono contestati reati di estorsione e usura. Non è legato al clan Senese, ma aveva un vittima in comune con loro. “Apprendo con amarezza e dolore da notizie di agenzia che mio fratello sarebbe coinvolto in un’inchiesta giudiziaria. So pochissimo della sua vita travagliata, benché abbia sempre cercato di aiutarlo a mettere sulla giusta via la propria esistenza. Il fatto che avesse accolto in casa nostro padre novantenne mi aveva fatto sperare in un ravvedimento. Se così non fosse ne sarei addolorata e profondamente delusa”, è il commento della sorella sulla vicenda.

Mario Bonito