Un ragazzino come tanti, inevitabilmente affabulato dai videogame e dal ’mondo virtuale’. I 14enni di oggi, ancora troppo piccoli per essere definiti maturi, e abbastanza cresciuti per essere tacciati di ’infantilismo’, vivono un complesso limbo d’incertezza come dicevamo, ’illuminato’ da dimensioni a volte troppo altre. Il protagonista di questa notizia, riferita da ’Il Messaggero’, ci porta nel quotidiano di un 14enne di Villa Adriana, ad un passo da Tivoli. Già poche sere prima il ragazzino aveva parlato al padre del ’blackout’, una sorta di ’gioco’ molto seguita dai teenagers secondo cui, attraverso l’autostrangolamento, nel rinvenire si prova un esaltante stato di euforia. Il tutto – ’ovviamente’ – videodocumentato sui social (ma non c’è nessuno che vigila?). Giovedì ha voluto provare anche lui l’adrenalina del folle gioco, avvolgendosi intorno al collo il cavo della playstation. Quando i genitori hanno notato che il 14enne era chiuso in bagno da troppo tempo, hanno deciso di forzare la porta. Il ragazzino versava a terra in arresto cardiaco. Senza perdersi d’animo, Il padre gli ha subito praticato un massaggio cardiaco (aiutato anche da un agente sopraggiunto nel frattempo), e questa è stata la mossa decisiva. L’adolescente è infatti giunto in codice rosso al pronto soccorso, ma i medici sono riusciti a salvargli la vita. Certo, aspettando il suo risveglio dal trattamento farmacologico, ora sono tutti col fiato sospeso, sperando che la prolungata ipossia non lo abbia esposto ad eventuali danni celebrali. Una storia che fa venire i brividi, soprattutto per l’uso sempre più indiscriminato dei social che, come ribadiamo, mostrano mostruose falle nella sicurezza: certe cose non dovrebbe assolutamente circolare. Anche in virtù delle agghiaccianti storie seguite al gioco della ’Balena Blu’, ci domandiamo: qualcuno si deciderà prima o poi a prendere dei provvedimenti?
M.