“Diamo il benvenuto al senatore Grassi. Porte aperte per chi, con coerenza, competenza e serietà, ha idee positive per l’Italia e non è succube del Pd. Su riforma ed efficienza della giustizia e rilancio delle università italiane, col senatore Grassi lavoreremo bene”. E’ stato Matteo Salvini a confermare quanto anticipato ieri tra i corridoi di Palazzo Madama, circa l’imminente addio al M5s di tre suoi senatori, che avevano disertato il voto. Poi uno – ‘persuaso’ in extremis dai colleghi – è rientrato dopo aver quasi scelto il Gruppo Misto, il secondo è ancora ‘in riflessione’ ma il primo, per l’appunto Ugo Grassi, così come prospettato sin dall’inizio, oggi è passato ufficialmente alla Lega.
L’ex senatore pentastellato oggi ha spiegato il perché della sua decisione, attraverso una lettera dove afferma che “Il punto è che il mio dissenso non nasce da un mio cambiamento di opinioni, bensì dalla determinazione dei vertici del movimento di guidare il paese con la granitica convinzione di essere i depositari del vero e di poter assumere ogni decisione in totale solitudine. Gli effetti di questo modo di procedere sono così gravi ed evidenti (a chi vuol vedere) da non dover neppure essere esposti. Basti l’esempio della gestione dell’ex Ilva per dar conto dell’assenza di una programmazione nella gestione delle crisi“.
A far ‘scattare la scintilla’, racconta ancora l’ex senatore M5s, l’esperienza del ‘Conte 1’, che gli diede “modo di comprendere che molti dei miei obiettivi politici erano condivisi dal partito partner di governo. Stesura di testi unici, forte ridimensionamento del ruolo dell’Anvur e riforma delle regole di reclutamento erano temi su cui ho rinvenuto una chiara convergenza di opinioni. Oggi, forte di una reciproca stima costruita nei mesi appena trascorsi, la Lega, Partito Sardo d’Azione – Salvini premier mi offre, a fronte di un evidente fallimento della mia iniziale esperienza, una seconda opportunità per raggiungere quegli obiettivi”. Ora Grassi, ha annunciato, intende impegnarsi con la Lega “per ottenere investimenti mirati per lo sviluppo del Mezzogiorno, rispettando l’autonomia differenziata”.
Max