Con i suoi 270 metri di ghiaccio rappresenta il più importante archivio della storia ambientale ed umana delle Alpi italiane, in particolare della Lombardia: il Ghiacciaio del Mandrone, sul massiccio dell’Adamello, il ghiacciaio più profondo d’Italia che ora racconterà com’è cambiato il clima e qual è stato l’impatto dell’uomo sulle Alpi Centrali negli ultimi secoli. Per la prima volta, questo ‘libro della Natura’ verrà infatti aperto grazie al progetto Ada 270 con la perforazione dei 270 metri di ghiaccio. Il 6 aprile prenderanno il via l’allestimento del campo base e i lavori di preparazione alla perforazione, che durerà circa tre settimane.
Grazie a una serie di strumenti di perforazione e conservazione del ghiaccio, il progetto prevede l’estrazione di una ‘carota’ di ghiaccio di 270 metri, che sarà poi destinata ad analisi e misurazioni da parte del team scientifico per andare a ricostruire gli ultimi 200-300 anni della storia climatica e ambientale dell’area alpina. Lo studio permetterà di rivelare per la prima volta il profilo di temperature verticale del ghiaccio e gli allungamenti e le deformazioni che si presenteranno sulla verticale del foro di perforazione.
“L’obiettivo – spiega Fabrizio Piccarolo, direttore di Fondazione Lombardia per l’Ambiente – è rilevare gli effetti del cambiamento climatico e delle sue conseguenze su territorio, ambiente e disponibilità idrica attuale e futura. La ricerca vuole spostare l’attenzione dello studio sui ghiacciai da una prospettiva esclusivamente climatica (com’è stato prevalentemente fino ad oggi) ad una ambientale, mirando ad estrarre tutte le preziose informazioni, comprese quelle biologiche, geologiche e chimiche, presenti nel più profondo archivio d’Italia”.
Questa ricerca permetterà anche di riprendere e focalizzare tutta una serie di temi importanti connessi al cambiamento climatico delle aree alpine, come lo scioglimento del permafrost, l’intensificarsi degli eventi di dissesto e altre tematiche ambientali che condizioneranno lo sviluppo del territorio nei prossimi 50 anni.
La carota di ghiaccio prelevata dai ricercatori sarà studiata presso l’EuroCold Lab dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con enti di ricerca Italiani e stranieri, “e permetterà di ricostruire la storia di tutto ciò che si è depositato sul ghiacciaio, di origine naturale oppure umana”, spiega Valter Maggi, docente di Geografia fisica e geomorfologia dell’Università degli Studi Milano Bicocca e coordinatore del team scientifico del progetto.
Il progetto, dice Dario Fossati, direttore vicario dell’assessorato al Territorio e Protezione Civile di Regione Lombardia, “permetterà di ricostruire i cambiamenti climatici che ci sono stati nell’arco alpino. Questo innanzi tutto per poter prevenire e prevedere i dissesti idrogeologici. Stiamo già lavorando anche noi con un progetto per l’alta Valcamonica per il monitoraggio delle colate detritiche, proprio nella zona dell’Adamello. Parteciperemo con un contributo di 60mila euro, soprattutto per gli aspetti riguardanti il monitoraggio della perforazione e per capire come questa si modificherà”.
Il Parco dell’Adamello, spiega Massimo Maugeri, assessore con delega al Parco dell’Adamello della Comunità Montana Valle Camonica, “si fregia di avere al proprio interno il ghiacciaio più grande di tutte le Alpi Italiane. Considerata questa valenza per noi è estremamente importante cercare di tutelarlo e valorizzarlo. Entrambe queste azioni passano dallo studio e dalla conoscenza per le quali abbiamo accettato di buon grado di far parte di questa iniziativa che potrà darci maggiori informazioni su questa perla delle nostre Alpi”.
Il valore specifico per il territorio si somma alle possibilità che si aprono a livello nazionale e globale, sottolinea Mirco Pendoli, assessore all’Ambiente della Comunità Montana Valle Camonica: “Credo che per il nostro territorio, riconosciuto Riserva della Biosfera all’Unesco anche grazie alla presenza dell’immenso ghiacciaio dell’Adamello, sia una grande opportunità sia dal punto di vista scientifico, ambientale e climatologico. Si potranno avere dei risultati straordinari sia sulla storia delle biodiversità che sui cambiamenti climatici in atto, che per le nostre valli sono molto importanti. I dati raccolti verranno conservati e saranno a disposizione per molti nuovi studi che grazie a questo progetto potranno aprirsi”.
Il progetto punta a raggiungere un pubblico più vasto possibile. Per questo, già nella fase di estrazione del ghiaccio, “abbiamo previsto un collegamento continuo con il campo base – spiega Lino Zani, responsabile della comunicazione di Ada 270 – con collegamenti quotidiani di circa tre ore con le scuole, con istituti di ricerca, università, redazioni giornalistiche e mezzi d’informazione, per facilitare il coinvolgimento diretto di chiunque abbia a cuore la tutela dell’ambiente e il valore del nostro territorio”.
Saviore dell’Adamello è il Comune dove si svolgerà il progetto. “Il ghiacciaio dell’Adamello – dice la sindaca Serena Morgani – rappresenta un archivio storico e naturalistico senza paragoni. È stato teatro di guerre e sacrifici ed ora, grazie a queste innovative ricerche, sarà una risorsa per permetterci di studiare l’andamento climatico e reperire informazioni di fondamentale importanza. Mi piacerebbe, un giorno, poter condividere con i nostri bambini e ragazzi questi studi per educarli alla sensibilizzazione ambientale e al rispetto della natura”.
I partner pubblici e privati del progetto Ada 270 sono Regione Lombardia, Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Comunità Montana della Valcamonica, Università Bicocca, Politecnico di Milano, Land & Cogeo, Edison, Valcamonica Servizi e Acqua Surgiva.