Si è aperto il sipario del tour teatrale 2016 di Daniele Silvestri che prende il nome dal nuovo album ’’Acrobati’’, pubblicato a febbraio.
’’Sono 22 anni che faccio dischi ma sono più emozionato che mai. Credo sia la cosa più bella che ho fatto. Non vedo l’ora di farvelo sentire.’’
E’ un disco dedicato a Lucio Dalla per l’anima libera e sorprendente che contiene e riprende il periodo di massima libertà d’espressione della musica leggera.
E’ un disco libero già per come è nato, da appunti e idee scritti su un Iphone non appena qualcuno o qualcosa lo ispirava. Da uno studio di Lecce è fiorito in una sala di registrazione con 18 petali di intima musica.
La copertina, realizzata da Paolino De Francesco, disegna fili sottilissimi e figure sorprese nella loro quotidianità.
’’Ecco allora che un pescatore (fotografato a Varsavia) pesca una funivia. Ecco che un operaio dipinge fili su cui camminare. Ecco che qualcuno lascia il filo per remare tra le nuvole. Ecco quello che posiziona nel cielo un orologio (questa si una didascalia). Ecco il funambolo Philippe Petit (unica richiesta di Daniele) che paradossalmente pare essere il più incerto a camminare sui fili. Lui è lunico personaggio (con Daniele) che ha un nome, lunico che ha realmente ’’disobbedito alla gravità’’.’’ Come per dire che soltanto chi rischia di cadere conosce la libertà.
Tutto da un oblò, dall’alto, perchè spesso per vedere la bellezza bisogna allontanarsi e anche illudersi un po’.
Nel bel mezzo del tour arriva a Roma, dà l’idea di riposo, di ricarica, di equilibrio sicuro.
E’ stato sold out per tutte le quattro date. Il 7,8,9 e 11 aprile all’Auditorium della Conciliazione, si è mosso come un acrobata esperto tra le sue emozioni e quelle dei suoi tantissimi fan.
Ma il tour continua e dopo l’aria di casa, Daniele volerà ancora da un cielo all’altro dell’Italia.
Le date:
14 aprile Udine
15 aprile Trento
16 aprile Cesena
18 aprile Torino
19 aprile Firenze
6 maggio Cagliari
7 maggio Sassari
12 maggio Cosenza
13 maggio Catania
14 maggio Palermo
Questa volta tutto dal basso di un palco, ma senza mai perdere la magia in quegli ’’occhi da orientale che raccontano emozioni’’.