Con l’avvento delle auto ibride ed elettriche, il mercato dell’usato ha subito un vero e proprio scossone, in parte dovuto ad un massiccio numero di auto – e anche di (rare) occasioni – messe in vendita. Tuttavia, mai come ora urge ancora di più prestare grandissima attenzione perché, cosa ormai ben nota a tutti, in Europa, la truffa dei chilometri scalati è comune. E l’Italia non fa certo eccezione.
Venditori senza scrupoli riducono i chilometri per aumentare il valore di un’auto e guadagnare di più. Secondo carVertical, piattaforma di controllo della cronologia dei veicoli, la frode del chilometraggio in Italia non è diffusa come in Europa orientale, tuttavia lo è molto di più rispetto ad altri Paesi dell’Europa occidentale.
Per decenni, i produttori di auto locali sono stati i leader del mercato italiano. Nel corso degli anni, tuttavia, molti acquirenti sono passati ad altre marche. La ricerca ha rivelato che gli italiani adorano i produttori tedeschi e che ai primi 3 posti della classifica delle auto più controllate in Italia ci sono proprio 3 marchi provenienti dalla Germania.
Tra tutte le auto controllate su carVertical in Italia, le BMW hanno avuto la quota maggiore (14,9%), seguite dalle Audi con una quota del 12,7% e dalle Volkswagen (10,8%). Le Fiat si posizionano quarte, con il 9,1%.
I rapporti sulla cronologia dei veicoli in Italia mostrano anche un’altra tendenza, comune ad altri mercati europei.
La stragrande maggioranza (71,7%) degli acquirenti di auto usate è interessata ai veicoli con motori diesel. Le auto a benzina hanno una quota di appena il 27,8%.
Le auto ibride (0,1%) ed elettriche (0,3%) non sono così popolari, il che suggerisce che la maggior parte delle persone non è disposta ad abbandonare i motori convenzionali.
I dati di carVertical mostrano che in Italia un’auto su tre, tra quelle controllate sulla piattaforma, è stata importata da un altro Paese.
Data la forte domanda di Audi, BMW e Volkswagen, la quota maggiore di auto usate proviene dalla Germania.
Sebbene si tratti di un mercato con una buona reputazione, ciò non toglie che un’auto usata proveniente da questo Paese (o da qualsiasi altro) non abbia necessariamente dei difetti nascosti.
È difficile monitorare le letture del contachilometri a livello internazionale, quindi le auto importate hanno una maggiore possibilità di nascondere un chilometraggio falsificato.
I rivenditori fraudolenti cercano sempre nuovi modi per aumentare i propri profitti. Questo comportamento non ha conseguenze solo per gli acquirenti, ma si ripercuote su tutta la società.
Uno studio dello European Parliamentary Research Service ha rivelato che le auto con chilometraggio scalato costano ben 9 miliardi di euro all’anno all’economia europea.
Secondo Matas Buzelis, responsabile della comunicazione di carVertical: “Un’auto usata con un contachilometri manomesso può sembrare economica da acquistare fino a quando non iniziano a manifestarsi i problemi. Nel lungo periodo, infatti, le auto con rollback del chilometraggio diventano molto più costose da possedere e tendono a perdere rapidamente valore“.
Con 40 milioni di autovetture immatricolate, il mercato italiano dell’usato ha meno veicoli con chilometraggio modificato (11%) rispetto alla media UE (15,2%). Queste cifre sono inferiori anche a quelle di Germania (13,9%) o Romania (19,8%), ma implicano che circa 4 milioni di auto (più di un’auto su dieci) in Italia nascondono un chilometraggio manomesso.
Max