Si allena col massimo impegno in attesa della chiamata giusta, che finora non è arrivata. Robert Acquafresca vuole continuare a segnare, vuole farlo attraverso un progetto serio e ambizioso. Ora è svincolato dopo l’esperienza al Sion, vuole chiudere al meglio la sua carriera che ha ancora moto da dire.
Classe 1987, ancora tanti gol davanti dopo quelli segnati a Cagliari, Genoa e Bologna. Ha alcuni rimpianti, ma è felice di quello che ha fatto. Intervenuto nel corso della trasmissione ‘65 e mezzo, il fantacalcio in TV’ Robert Acquafresca si è raccontato, partendo dall’attualità.
Ti aspettavi una classifica così, con Inter e Lazio all’inseguimento della Juve?
L’Inter me l’aspettavo lassù, avendo avuto Conte come allenatore so che riesce a tirare fuori il meglio da ogni giocatore. Non mi aspettavo la Lazio così in alto, ma vista la sua posizione di classifica credo che ora ci crederà fino all’ultimo.
Hai ancora voglia di metterti in gioco in grandi piazze?
Sì, la voglia è tanta, finora sono arrivate delle proposte che non mi hanno convinto, vuoi per categorie, vuoi per posti lontani. Ho fatto una carriera di un certo tipo, non sono Cristiano Ronaldo, però ho fatto la maggior parte della mia carriera in Serie A, quindi voglio terminare nel migliore dei modi. In questo periodo mi sto allenando tanto per farmi trovare pronto.
Come è stata l’esperienza a Sion?
È stata una bellissima esperienza di vita, anche per mio figlio che ha imparato l’inglese e il francese. A livello lavorativo siamo partiti bene con Tramezzani, poi una volta esonerato la società è andata in confusione facendo scelte non sempre brillanti. Basta vedere anche la scelta di Behrami che dopo 3 mesi ha lasciato dopo essere arrivato al Sion.
Sei soddisfatto della tua cariera finora?
Certamente, vedendo anche da dove sono partito. Mi sono tolto tantissime soddisfazioni: ho giocato in piazze importanti, addirittura al Santiago Bernabeu, al Camp Nou. Certo le soddisfazioni potevano essere molte di più ma anche molte di meno. Quindi voglio vedere il bicchiere mezzo pieno.
La tua esplosione è arrivata a Cagliari, dove eri considerato uno dei più promettenti attaccanti italiani, cosa ricordi di quell’esperienza?
Dispiace sentire che ero uno dei più promettenti, perché ho segnato 40 gol in Serie A e ora ci sono attaccanti che nemmeno vanno in doppia cifra e vanno in grandi squadre. Un po’ di amaro in bocca ce l’ho, ma penso di aver fatto una buona carriera.
In quel Cagliari eri allenato da Allegri, che allenatore era?
Pensavo che in questi 9 anni fosse cambiato, invece è rimasto com’era leggendo anche una sua recente intervista. Lui era un allenatore da spogliatoio, un grande motivatore.
Eri vicino al passaggio all’Inter, poi cosa è successo?
Era già tutto fatto, poi Mourinho che era una persona un po’ particolare ha impedito il mio passaggio in nerazzurro. All’Inter potevo saci tranquillamente, avevo anche 3 anni di contattato.
Hai rifiutato anche Lazio e Napoli per giocare di più
Sì, non avevo paura della concorrenza, avevo solo voglia di giocare, per questo ho scelto di tornare al Cagliari.
Come stai vedendo il campionato di Immobile?
È imprescindibile secondo me, non solo per la Lazio, ma anche per la Nazionale. È un giocatore impressionante soprattutto sotto il punto di vista realizzativo, nonostante a volte te lo trovi in mezzo al campo a recuperare palloni. Come giocatori siamo diversi a livello di caratteristiche, per me è il più forte attaccante italiano.
La Lazio può arrivare fino in fondo?
La Lazio è lì come outsider ed è bello che stia lì, deve continuare a crederci. Ha battuto la Juve meritatamente ma deve rimanere coi piedi per terra, anche se a Roma è difficile farlo. È un attimo dalle stelle cadere giù, ma Simone Inzaghi è un allenatore molto bravo e per me la Lazio arriverà fino in fondo, anche se è difficile. Sarebbe bello vedere la Lazio o l’Inter vincere il campionato.