Premesso che, come per molti altri artisti, con lui non funzionano ‘le mezze misure’: o lo si ama o lo si odia. Perché Achille Lauro non è soltanto un ‘cantante’ ma un’artista a tutto tondo. Ogni suo progetto nasce e si sviluppa alla pari della messa in scena di uno spettacolo di prim’ordine, nulla è lasciato a caso. Ed è proprio in virtù di questa sua straordinaria vena artistica che i giovane romano va ‘giudicato’, non basta una canzone o, paradossalmente, una ‘mise’ scenica.
Dopo un Sanremo che lo ha visto assolto protagonista (con un susseguirsi di premi e dischi d’oro, ecc.), ora Achille Lauro dà seguito al singolo uscito di ’16 marzo, presentando ’1990’, come nel suo stile, un lavoro ‘spettacolare’ (nato con la collaborazione di Nicolò Cerioni e Angelo Calculli), sicuramente votato ad un suono che va oltre i nostri confini, e non soltanto geografici.
Lauro: un ritorno al futuro attraverso le hit più belle
Intanto Achille omaggia il suo anno di nascita, facendo un gradissimo lavoro di ricerca che, dalla moda ai videogiochi (come racconta il suo primo video), viene rivissuto anche attraverso sette hit musicale di respiro mondiale. Del resto, fresco della nomina di ‘Chief Creative’ della storica etichetta Elektra Records/Warner Music Italy, Lauro non poteva che maturare questo suo nuovo lavoro attingendo dalla scena internazionale. E dunque Achille compie il suo ‘ritorno al futuro’ divenendo addirittura protagonista di canzoni come ‘Be My Lover‘ (La Bouche), ‘Scatman’s World‘ (Scatman John), ‘Sweet Dreams’ (Eurythmics), ‘Me and You‘ (Alexia), ‘The Summer Is Magic‘ (Playahitty), ‘Blue – Da ba dee‘ (Eiffel 65), e ‘Illusion‘ Benny Benassi).
Un disco generoso e ricco di ospiti di livello come Ghali, Capo Plaza, Gemitaiz, Massimo Pericolo, ed Annalisa. La produzione si avvale di un eccezionale trio formato da Dardust, Gow Tribe, Diva, e Marnik.
Lauro: un Avatar con il quale condividere i ‘confini’
Come sempre, ci sarebbe molto da raccontare ma, come accade quando si tratta di Achille Lauro, è molto più consigliato ‘guardare’ (anzi, ammirare) con i propri occhi le ‘colorate visioni’ – in questo caso molto sul rosa – dell’artista che, per l’occasione, si serve di una sorta di ‘avatar’ (sintesi fra Ken e Barby), al quale lasciare il compito di sbrigarne gli aspetti scenici. O forse il contrario?
Coadiuvato nella sua ‘impresa visiva’ da due validi designer italiani d fama mondiale (Mario Paglino e Gianni Grossi), già il manifesto affisso sui muri milanesi, che annunciava l’uscita di ‘1990’, si è subito ‘beccato’ una denuncia d il divieto di affissione… se il buongiorno si vede dal mattino…
Bentornato Achille…
Max