Sono stati raggiunti accordi sui punti principali. Queste le parole pronunciate da Putin che segnano la fine di un infinito vertice, durato 15 ore, svoltosi a Minsk che aveva lobiettivo di cercare un accordo per una riconciliazione in Ucraina. Oltre al presidente russo allincontro erano presenti anche il presidente ucraino, Petro Poroshenko, il capo dell’Eliseo, Francois Hollande e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, al lavoro per tutta la notte per raggiungere un accordo per il ritiro e una tregua prevista a partire dalla mezzanotte tra il 14 e il 15 Febbraio. I ritardi nei negoziati, secondo il presidente russo, sono da attribuire alle autorità di Kiev, colpevoli di continuare a rifiutare contatti diretti con i rappresentanti filo-russi di Donetsk e Lugansk, tanto che i negoziati tra Kiev e lEst Ucraina sono a un punto morto come dichiarato da Putin.
Negoziati che si sono contraddistinti non solo per la lunghezza ma anche per lenorme nervosismo, che ha portato il numero uno del Cremlino a spezzare una matita, e confusione, come dimostrato dalla voce di una svolta uscita in mattinata e poi subito smentita dai protagonisti. Prima dellaccordo finale il leader ucraino Poroshenko aveva lasciato la seduta dichiarando che non cerano ancora buone notizie e che la posizione russa, soprattutto riguardo la linea di demarcazione della linea di separazione tra i ribelli e le forze di Kiev, salvo poi tornare sui propri passi e continuare la discussione con Hollande, Merkel e Putin, ai quali si è anche aggiunto il rappresentante dellOsce, lorganizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, Heidi Tagliavini. Intanto, incuranti di tutti gli accordi e i patti stipulati, continuano gli scontri in Ucraina, dove sono rimasti uccisi due soldati ucraini e nove civili nelle ultime 24 ore a causa dei combattimenti e dei bombardamenti. Scontri che vanno avanti dunque, in attesa di una fatidica tregua dopo la tempesta.